ItaliaOggi, 2 dicembre 2015
Riccardo Ruggeri: «Uso la carta di credito solo per voli aerei e hotel, non utilizzo Uber e Airbnb per non essere tracciato, non compro su internet, quando devo acquistare un bene in Italia che costa più di 1000, per rispetto della legge, non lo compro: così sono un uomo parzialmente libero, non come vorrebbero un consumatore»
Lo premetto, questo cameo non ha alcuna dignità economicamente corretta, è un banale, per nulla sofferto, outing di un Àpota, un divertissement di un vecchio signore che ama la libertà e non condivide nulla di ciò che fa l’attuale Classe Dominante. Si oppone a loro, a mani nude, con la sola arma dell’ironia. Amo le banconote, disprezzo il denaro elettronico, Bitcoin la considero moneta da Isis. Uso la carta di credito solo per voli aerei e hotel (sarei comunque schedato), non utilizzo Uber e Airbnb per non essere tracciato, non compro su internet, quando devo acquistare un bene in Italia che costa più di 1000, per rispetto della legge, non lo compro: così sono un uomo parzialmente libero, non come vorrebbero un consumatore.
Fino a 40 anni ho risparmiato il possibile per comprare un alloggio, secondo alcuni economisti sbagliai, eppure sono fiero di lasciarlo ai miei nipoti. Nei successivi 40 sono vissuto da operaio benestante, ma per costoro dovrei sentirmi un verme, non consumo abbastanza, dicono. Cosa dovrei comprare? Cibo? Bello di aspetto, orrendo come qualità (infatti il 40% viene buttano nell’immondizia). Ho una passione, amo le “dolce vita” di cashmere, devo indossare quelle di 40 anni fa, le attuali dopo un paio d’anni diventano ginocchiere. Non parliamo dei cellulari, tre anni e li devo buttare, così il titolo Apple raggiunge nuovi massimi e il suo CEO prende bonus fantozziani.
Mi restano le banconote, me le tengo strette, parte nel portafoglio, altre nel materasso. Amici economisti mi spiegano gli errori in cui incorro, lo stesso fanno amici magistrati: loro, in buona fede, sognano la scomparsa del contante, lo considerano “sterco dei delinquenti”, pensano che faciliti operazioni illegali. Io penso di no, mentre l’uso esclusivo di moneta elettronica sarebbe un colpo mortale alla mia libertà.
La Grande Crisi ha evidenziato la totale inadeguatezza della Classe Dominante, e dei loro kapò, i Governatori centrali. Costoro, si autoincensano in continuazione, ma sono banali stampatori di cartaccia, nella speranza (vana) che ci sia un qualche innesco per la mitica crescita. Per siffatta attività, un ragioniere perbene basterebbe, altro che un grattacielo di economisti. Siamo in perenne recessione, creata da loro, per drammatiche carenze di professionalità e di leadership, immersi così nel classico “circolo vizioso”: la domanda scende, scendono profitti e salari (o meglio, scendono i salari, i profitti no, perché loro giocano su qualità, prezzi di trasferimento, tassazione), un ulteriore calo della domanda, e così via. La ricetta? Tassi negativi, per indurre il popolo a frenare il risparmio, consumare di più. Se si formassero spontaneamente, giusto, sarebbe il mercato, invece no, sono artificiali, imposti dalle Banche centrali, per scopi tipo: a) influenzare i cambi per conseguire vantaggi competitivi; b) permettere all’eccessivo indebitamento di Stati come l’Italia incida meno sul proprio bilancio, per i minori costi per interessi; c) tenere in vita con l’ossigeno banche amiche i cui libri dovrebbero essere da anni in Tribunale e i CEO in galera. Chi paga questi falsi d’autore? Noi.
In un mondo siffatto l’unica certezza me la danno le banconote, non un relitto storico come dicono, ma l’ultima difesa contro un’Europa ladra. Certo, i ladri (privati) me li possono rubare, razziandoli dal materasso (però che bello dormirci, farci l’amore, con loro sotto che sfrusciano). Meglio il rischio dei ladri “privati” ma essere garantito dai ladri “pubblici”: dal ’92 nel DNA ho impressa la faccia del topo Amato. E poi che tristezza, quando l’Europa ha “chiuso” le Banche greche per abbattere il vincitore di democratiche elezioni-referendum (certo era il “sinistro” Tsipras, poi auto lobotomizzatosi nel servo Tsipras). Se fossi stato greco, con i quattrini sotto il materasso, spiegazzati ma vivi, mi sarei difeso dalla ricattatoria chiusura delle banche, mai sarei stato barbone (ricordate le foto di Salonicco?).
Un cittadino non può battere moneta ma ha il diritto di possederla e gestirla come crede, consapevole che questo è l’unico strumento, tra l’altro, per bloccare i “bollori espansivi” delle leadership politico-istituzionali. Costoro, per aumentare il loro prestigio personale, si appropriano della mia libertà. I CEO californiani mi rubano i dati personali, i CEO industriali manipolano in vario modo prodotti/mercati, i CEO bancari e i banchieri centrali manipolano il valore delle monete, ma tutti dicono di compiere queste sconcezze in nome del mercato. I più ci credono, io no.
Che fare? Come diceva Totò, non sapendo né leggere né scrivere, mi tengo strette le mie banconote, e mi dissocio da tutti costoro. “Not in my name”, come dicono i musulmani colti e moderati.