Libero, 2 dicembre 2015
Cent’anni di Frank Sinatra in un bel libro fotografico
Per festeggiare il suo ottantesimo compleanno, avevano inondato di luce azzurra l’Empire State Building. Mito intatto, gloria nazionale italoamericana (e chi se lo ricorda più che fosse amico del mafioso Sam Giamcana, lo fu anche di J.F. Kennedy, anzi lo aiutò ad essere eletto), dal limbo degli immortali Frank Sinatra festeggia cent’anni il 12 dicembre prossimo. Tra le tante celebrazioni, scritti ed eventi (fra i primi la cittadina di Lumarzo, in Liguria, dove nacque la mamma Natalina “Dolly” Garaventa, lui andava matto per il pesto), è appena uscito un sontuoso libro fotografico (Ippocampo editore, 287 pagine), titolo 100 Sinatra a cura di Charles Pignone, Tony Bennett, Steve Wynn e la collaborazione dei figli Nancy, Tina e Frank Sinatra Jr. Scrive il figlio Frank, appunto, nella postfazione del libro: «Credo che molti vedano Sinatra come un eroe. Era un tipetto di sessanta chili cresciuto sulla strada e divenne un gigante che visse il sogno americano. Aveva tutti i punti di forza che può avere un uomo e tutte le sue debolezze…Quando cantava, parlava al cuore della gente perché era sincero». Ecco, forti di questo concetto, potete tuffarvi al meglio in una My way di immagini streganti, supportate dai commenti più eterogenei: degli amici famosi, di chi lo amava, di se stesso. Nel bianco e nero o nel vibrare repentino del colore, sono scene di vita mai spente. La prima esibizione, l’esplodere a sorpresa dell’isteria di migliaia di giovani fan, la passione dirompente per Ava Gardner, gli amori fugaci, il breve matrimonio con Mia Farrow, l’ultimo con Barbara Marx. L’avventura nel cinema, l’Oscar vinto nel ’54, con Da qui all’eternità. Ma anche, bisogna dirlo, le ombre che da sempre hanno accompagnato il Rat Pack e la vita privata di Frank sul quale s’allungava il sospetto della convivenza con le principali famiglie mafiose americane. Ma l’Oscar fu il suo capolavoro. Ecco come lo commentava: «La sera che ho vinto l’Oscar è iniziato il cambiamento più grande della mia vita. Ed è curioso: mentre sali sul palco ti sembra un sogno. Poi ti danno la statuetta davanti a trenta milioni di persone e tu ti sforzi di trattenere le lacrime. Che momento…non mi sono ancora ripreso.