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 2015  dicembre 02 Mercoledì calendario

Intanto in Campania i consiglieri regionali si regalano cellulari nuovi

Se anti casta dev’essere allora che anti casta sia: del resto l’avevano detto loro stessi prima di farsi eleggere in Consiglio regionale che questa legislatura sarebbe stata all’insegna della morigeratezza e del risparmio. Più di quella uscente. Un po’ tutti, da destra a sinistra, dal centro al resto del mondo della politica campana. Poi, il Natale si avvicina, le cose cambiano, gli animi si addolciscono e un bel cellulare ultra piatto, con tariffa agevolata (leggasi traffico illimitato) e tecnologia all’avanguardia, ci potrebbe pure stare. Sempre che nessuno ci metta naso o abbia da ridire. I
nvece è andata che la stampa locale abbia tirato fuori il caso e che dunque il nuovo consiglio regionale targato De Luca si ritrovi sotto una prevedibile pioggia di polemiche. Il governatore in verità non c’entra stavolta perché la faccenda è affare da “parlamentino”, da popolo degli eletti nel senso tecnico della parola, autonomi per legge dalla presidenza della giunta.
È stata invece un’altra presidenza, precisamente l’Ufficio centrale del Consiglio, in pieno spirito consociativo (come si diceva un tempo e, a quanto pare, si dice ancora) ad approvare un paio di delibere che stanno aggiungendo benzina al fuoco della polemiche ordinarie e straordinarie, a partire dal guazzabuglio giudiziario tra Severino e tribunali vari.
La nuova dotazione di telefonini molto smart non è neppure l’unica trovata dei consiglieri regionali della Campania, ci sono anche cose un po’ più corpose tra le pieghe di atti amministrativi e politici sicuramente leciti benché in apparente contrasto con l’aura spartana spesso annunciata. Come ad esempio la modifica di alcune norme regolamentari che impedivano ai consiglieri regionali di affidare incarichi, consulenze o comandare distacchi in favore di parenti ed affini fino al terzo grado. Bene, oggi non è più così e il divieto si potrà estendere ai propri parenti solo fino al secondo grado. Una scelta temporaneamente congelata visti i primi musi lunghi sull’argomento. Come lo stesso ex governatore Caldoro che ha rinunciato sia al telefonino nuovo che all’aumento dell’indennità di funzione sancito dall’ufficio di presidenza del consiglio anche in favore del capo dell’opposizione. Già, perché ora tiene banco anche un’altra storia, sempre frutto delle decisioni assunte in «armonia» dalle forze politiche (tranne 5Stelle e Fi): stiamo parlando di alcuni aumenti legati al tipo di funzione svolta nell’aula – segretario, capogruppo, questore, vicepresidente del consiglio – che vanno dal 45 al 75 per cento dell’indennità lorda. In parole povere molti soldi in più a fine mese.
Caldoro ha scritto addirittura una lettera agli uffici indicando l’aumento eccessivo rispetto a quanto previsto dalle norme. Il guaio è che sarebbero pochi quelli che non ricoprono una «funzione» aggiuntiva a quella istituzionale, in favore dei quali si profilerebbero i recenti benefit. Nel complesso siamo attorno al milione e mezzo di euro di maggior spesa. Dichiarazioni a pioggia e fuoco incrociato. Da De Luca ancora nessun segnale.