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 2015  dicembre 02 Mercoledì calendario

Gates, Zuckerberg, Branson e gli altri paperoni che vogliono salvare il pianeta con le rinnovabili

Un’alleanza di super ricchi scommette 7 miliardi di dollari sulla CleanTech per salvare il pianeta. C’è anche questo al vertice di Parigi sul clima. Il promotore dell’iniziativa è l’uomo in testa alla classifica Forbes dei più ricchi d’America, Bill Gates. Il fondatore di Microsoft è riuscito a coinvolgere un gruppo di altri 26 imprenditori miliardari di una decina di paesi tra cui i giganti americani del web Mark Zuckerberg(Facebook) e Jeff Bezos (Amazon), il francese Xavier Niel fondatore del gruppo Free, o ancora Jack Ma del colosso cinese di e-commerce Alibaba e il patron di Virgin, il britannico Richard Branson. Lo scopo della piattaforma Breakthrough Energy Coalition, che è stata formalizzata all’apertura di Cop21 al Bourget, è di dare un colpo di acceleratore ai finanziamenti in materia di innovazione tecnologica. Il pianeta si potrà salvare solo investendo tanti soldi e solo i privati si possono permettere certi rischi.
Il programma consiste dunque nell’iniettare grossi capitali per promuovere la ricerca nei settori delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, dei trasporti intelligenti, dei biocarburanti o ancora della cattura e stoccaggio del carbonio. I campi del possibile sono tanti e c’è ancora tanto da inventare. Basta però che si tratti di “tecnologie pulite, meglio se a buon mercato”, ha spiegato il filantropo americano che di suo investirà subito da uno a due miliardi. Si tratta anche di spalleggiare il lavoro insufficiente degli Stati.
Il fondo privato, che non disdegna nuove adesioni, è del resto lanciato parallelamente a un’iniziativa pubblica, la Mission Innovation, che riunisce 20 Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, India, Brasile e Indonesia, i 5 più popolati e più inquinanti, che si sono impegnati a raddoppiare il loro budget nel settore delle energie pulite nei prossimi 5 anni. Dopo la carrellata di big e la foto di famiglia di lunedì con i 150 capi di Stato e di governo, alla Cop21 si passa ora al tavolo dei negoziati.
La palla rimbalza alle delegazioni dei 195 paesi che entro sabato devono presentare un progetto di accordo prima che questo venga esaminato a livello ministeriale da lunedì. Ieri è stata anche la giornata dell’Africa. “Il mondo, e in particolare l’Occidente, ha un debito ambientale con l’Africa”, ha detto Hollande al tavolo con i rappresentanti di 12 paesi africani. La Francia mette mano al portafogli annunciando un pacchetto di 8 miliardi di euro “tra il 2016 e il 2020”, 6 per l’elettrificazione del continente e 2 per le rinnovabili. Prima di ripartire per Washington, il presidente americano Barack Obama si è detto “ottimista”: “Sarà difficile mettere d’accordo tutti, ma possiamo fare grandi cose e la soluzione si troverà”. Al termine di questa seconda giornata in cui tutti sembrano fare sul serio, anche Greenpeace era soddisfatto: per Martin Kaiser, capo delle politiche climatiche internazionali dell’organizzazione, “l’obiettivo di un mondo 100% rinnovabile per tutti entro il 2050” sembra ormai a portata di mano.