Corriere della Sera, 2 dicembre 2015
Cosa c’entrano i turcomanni con il jet russo abbattuto?
Il bombardiere russo sarebbe stato abbattuto dai jet turchi «mentre bombardava i turcomanni in 24 villaggi siriani sulla frontiera (siro-turca)». Che cosa c’entrano i turcomanni? Non si è mai sentito che anche loro fossero in guerra. Si è sempre saputo che fossero dei turchi di montagna, dediti alla pastorizia. Ci vuole fornire qualche informazione più precisa?
Franco Lanzaro
Caro Lanzaro,
Nella vicenda dell’aereo abbattuto vi è un pezzo di storia del Vicino Oriente fra le due grandi guerre mondiali del secolo scorso. Terminato il conflitto, nel 1920, occorreva tracciare i confini di quelle parti dell’Impero Ottomano che erano state spartite pochi anni prima tra Francia e Gran Bretagna. Quando vennero in discussione quelli della Grande Siria, fu necessario tenere conto dello straordinario numero di gruppi etnici e religiosi che vivevano da secoli sul suo territorio e formavano una sorta di intricato mosaico umano.
Nel Nord del Paese, in una regione chiamata Hatay che si affaccia sul Golfo di Alessandretta e sul Mare di Levante, vi era da secoli, insieme agli arabi e ai cristiani di Antiochia, un nutrito gruppo di turkmeni, o turcomanni, che provenivano dall’Asia centrale e avevano con i turchi dell’Impero un rapporto di cuginanza. Quando quella regione fu assegnata alla Siria del mandato francese, Alessandretta proclamò la sua autonomia e ottenne di essere amministrata come un sangiaccato. Ma la Turchia di Kemal Atatürk premeva per maggiori garanzie e i turkmeni insorsero ad Alessandretta nell’ottobre 1936. Cominciò così un tortuoso negoziato che rimbalzò per parecchi mesi fra Parigi, Ankara, Damasco e Ginevra, sede della Società delle Nazioni. La partita fu chiusa, per il momento, quando la Francia accettò nella sostanza che il Sangiaccato divenisse la Repubblica di Hatay e che la nuova Turchia riprendesse possesso di un’area del suo vecchio territorio ottomano. Ma una parte della popolazione turkmena restò in territorio siriano.
L’accordo fu raggiunto quando la Siria era ancora uno Stato satellite della Francia e Parigi desiderava avere buoni rapporti con la Repubblica turca. Fu contestato da Damasco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, ma accettato quando i rapporti fra il presidente turco Erdogan e il presidente siriano Bashar Al Assad furono per alcuni anni idilliaci. Oggi l’idillio, come sappiamo, è finito. Lascio al lettore il compito di trarre le sue conclusioni sulle ragioni delle presenza di un aereo russo nei cieli della regione e sui motivi del suo abbattimento.