La Stampa, 2 dicembre 2015
Morata è sempre più triste
Dieci partite da titolare nelle prime 14, zero nelle ultime tre, Alvaro Morata è sparito dalla lavagna di Massimiliano Allegri: per motivi che vanno dalla testa ai piedi. Ovvero, questione di atteggiamento, mentale e tattico. Esclusioni a scopo terapeutico, perché lo spagnolo mica è scomparso dalla considerazione dell’allenatore juventino, che ha una certezza: «Alvaro tornerà il grande giocatore che è». Solo che in questo momento doveva capire alcune cose, e poi c’era chi stava meglio di lui o era più funzionale allo scopo: Mandzukic e Dybala. Ogni giocatore a suo tempo.
Dalla testa ai piedi
C’è una questione tattica, cioè l’impiego di Morata da esterno sinistro nel tridente del 4-3-3: mestiere che ha fatto benissimo (a Manchester) e malino (a Empoli). Lui non ama giocarci, per usare un eufemismo, e ne ha parlato con il tecnico: ci si spreme facendo chilometri e si sta molto lontani dalla porta, per riassumerne il pensiero. Per Allegri, è l’unico attaccante bianconero che può farlo. Poi c’è la sua indole: come quasi tutti i giocatori di evidente talento, e Morata senza dubbio lo è, l’ex Real ha una notevole fiducia nei propri mezzi e un’autostima non sempre celata. E un carattere che spesso mal digerisce gli errori, soprattutto i propri, come già successe a Danzica, il 29 luglio: «Non gli venivano le cose e lui si fermava. – sbottò Allegri – e per questo l’ho fatto uscire». In quell’amichevole lo spagnolo giocò appena 26 minuti, filando direttamente negli spogliatoi al momento del cambio. Salvo poi rientrare ed allenarsi, a fine partita. «Attorno alla Juve tira un’aria che non mi piace», chiosò il tecnico.
Lo striptease tedesco
Si arrivò allo striptease di Mönchengladbach, quando la Juve restò in dieci uomini per qualche minuto, causa i calzettoni fucsia di Morata, forse molto trendy, ma fuori ordinanza Uefa. Allegri non la prese bene: «Non siamo a una sfilata di moda, ma siamo qui per giocare a calcio». Non ci rimase bene neppure l’attaccante, con successivo chiarimento. Da lì in poi, un posto da titolare a Empoli e poi a guardare gli altri. Pure per motivi tattici: «Morata può essere un cambio importante nella ripresa», ha più volte spiegato Allegri in queste settimane. I colpi di Mandzukic stanno sbriciolando i bunker che di solito propongono i primi tempi, le accelerazioni dello spagnolo possono essere letali nelle praterie dei secondi. «Le qualità del giocatore non si discutono, ma ci sono scelte precise di Allegri, assolutamente condivisibili», ha tagliato corto l’ad Beppe Marotta. Morata deve solo avere pazienza: «Tornerà».