la Repubblica, 2 dicembre 2015
Ogni americano inquina come due europei e ogni europeo come due cinesi. Breve riflessione
Ogni americano inquina come due europei e ogni europeo come due cinesi. Sono – molto schematizzati – i dati riportati da Thomas Piketty (Le Monde/Repubblica) a commento del vertice mondiale di Parigi sul riscaldamento climatico. Non si tratta di alimentare sensi di colpa (per altro molto difficili da instillare nell’Occidente crapulone), ma di prendere atto della realtà delle cose: ovvero di un uso fortemente sperequato delle risorse disponibili. Stupisce, però, che anche un pensatore radicale come Piketty non faccia il minimo cenno alla grande dimenticata degli ultimi anni, che è la questione demografica. Se è sacrosanto sottolineare che le deiezioni dello sviluppo sono in larga maggioranza emesse da una piccola minoranza di abbuffoni (noi altri), è pur vero che il numero complessivo degli inquinatori è un dato molto rilevante, e destinato a essere sempre più rilevante mano a mano che homo sapiens si moltiplica a dismisura. Esiste una evidente contraddizione interna agli umani, una sorta di lotta di classe globalizzata e divenuta lotta tra popoli; ma c’è anche una gigantesca contraddizione tra il genere umano nel suo complesso e la natura predata e devastata, che non regge più l’urto del numero. Ma di demografia si parla poco; l’espressione “controllo delle nascite” pare riecheggiare dispute novecentesche; chissà se a Parigi qualcuno rilancerà l’idea che dobbiamo fare la conta.