la Repubblica, 2 dicembre 2015
Pagare anche il caffè col bancomat: la proposta contro il nero che difficilmente passerà in Parlamento
“Follow the money”. Segui i soldi. La maggioranza ha deciso di far tesoro della lezione della Gola profonda dello scandalo Watergate. Affidando alla scia elettronica della spesa quotidiana degli italiani dall’euro per il caffè del buongiorno fino agli spiccioli per la tisana della buonanotte – il compito di stroncare l’evasione fiscale tricolore (un affare da 270 miliardi l’anno, calcola l’Istat) e placare le polemiche seguite all’aumento da mille a 3mila euro del limite d’utilizzo del contante.
L’ARMA ELETTRONICA
La scommessa – al buio ma non troppo – è chiara. Può darsi come sostiene il vicedirettore generale di Banca d’Italia Luigi Federico Signorini – che «i limiti all’uso del contante scoraggino forme minori di criminalità ed evasione». Tesi cara (tra gli altri) alla minoranza Pd e a Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti, che in calce all’hashtag #Renziciripensi ha raccolto 40mila firme contro la soglia triplicata. Il governo però ha deciso che l’arma letale per la guerra contro le banconote non è un tetto “salvifico” al loro utilizzo «non esiste correlazione tra l’uso del denaro e l’economia sommersa», ci ha messo la faccia il ministro Pier Carlo Padoan – ma uno strumento che c’è già nel portafoglio di tutti gli italiani: bancomat e carte di credito. Quaranta centimetri quadri di plastica in grado di raccontare in tempo reale quanto spendiamo e a chi diamo i nostri soldi. Una traccia digitale, indelebile come quella di Pollicino, destinata a diventare negli auspici del Pd il vero strumento di dissuasione di massa contro l’evasione.
I RITARDI TRICOLORI
I numeri, in questo senso, sono pietre. È vero che i paesi europei dove si dribblano con più facilità le tasse sono quelli dove circolano più banconote. Peccato che le 11 nazioni dove non ci sono tetti al loro uso siano quelle fiscalmente più virtuose. L’unica variabile statistica in grado di misurare con certezza la fedeltà erariale è un’altra: l’utilizzo delle moneta elettronica. Più si paga con bancomat e carte di credito, meno si evade.
L’Italia, su questo fronte, è ferma all’età della pietra. Circa 14 milioni di persone, sostiene la Cgia di Mestre, vanno a fare le compere con in tasca solo contanti. L’utilizzo del denaro di plastica è cresciuto nel 2014 del 6,5%, ma rispetto al resto del continente siamo in serie B. Facciamo in media 33 transazioni all’anno contro le 130 della Francia e le 160 di Gran Bretagna e Olanda. Il valore medio per operazione è di 71 euro, tantissimo, segno che togliamo il Bancomat dal portafoglio soltanto per gli acquisti più costosi. Il 15-20% della spesa degli italiani è saldata con denaro digitale contro il 30% del resto d’Europa.
Se si colmasse il gap, gli 1,8 milioni di Pos installati in Italia (il 20% in più dell’anno scorso) diventerebbero un occhio prezioso per l’Agenzia delle Entrate, in grado già oggi di passare ai raggi X i nostri conti bancari e i portafogli titoli. Riducendo al minimo margini e scappatoie per far sparire il denaro nel buco nero dell’evasione. Il contante però è duro a morire. E il fuoco di sbarramento del fronte della carta moneta ha già iniziato a sparare. «Occhio a non aggravare i costi per le imprese», ha già detto allarmata Confesercenti, fresca reduce dei festeggiamenti per l’aumento della soglia del contante. Il costo di gestione di un Pos (tra installazione, canone, commissioni bancarie) può arrivare fino a 500 euro al mese.
RISPARMI DIGITALI
Un pezzo d’opposizione accusa l’esecutivo di aver apparecchiato l’ennesimo regalo alle banche, anche se la legge di stabilità dovrebbe mettere paletti rigidissimi alle commissioni, specie quelle sulle micro-transazioni sotto i 5 euro Sarà. Anche i nemici dell’aumento della soglia del contante, però, sono convinti che la diffusione capillare dei pagamenti elettronici sarebbe un toccasana per il bilancio dello stato. «Potremmo recuperare 15-20 miliardi l’anno», calcola la Cgil. Forse ancora di più quando le nuove generazioni – cresciute facendo la spesa on line o con lo smartphone – sostituiranno gli italiani che oggi usano solo il denaro contante. La guerra digitale all’evasione fiscale – anche se in ritardo e orfana di un tetto più stringente all’uso delle banconote – è iniziata. Primo atto ogni mattina al bar, ore 7.30. Strisciando il bancomat nel Pos per saldare il conto per cappuccio e brioche.