Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 02 Mercoledì calendario

È nata la figlia di Zuckerberg, si chiama Max. Lui per festeggiare donerà il 99% delle sue azioni Facebook

«Non troviamo ancora le parole per dirti fino a che punto la tua nascita ci dà speranza per il futuro»: è intitolata «lettera a una figlia» e nelle prime righe sembra solo il caldo benvenuto di papà Mark Zuckerberg e della mamma, Priscilla Chan, alla neonata Max, la loro prima figlia. Ma poi, paragrafo dopo paragrafo, la lettera che i genitori hanno messo su Facebook assume i toni di un impegno morale intergenerazionale e poi si allarga fino a diventare quasi un manifesto politico: la promessa di destinare ad attività filantropiche il 99 per cento delle loro azioni Facebook (45 miliardi di dollari ai valori di oggi) nell’arco della vita per finanziare progressi nella cura delle malattie, nell’istruzione e nello sviluppo delle comunità. Passi avanti nella scienza e nella struttura sociale che dovrebbero consentire alla piccola Max di crescere in un mondo migliore di quello di oggi.  
Zuckerberg era già entrato cinque anni fa nel piccolo esercito dei miliardari filantropi quando aveva aderito a una sollecitazione di Bill Gates e di Warren Buffett, sottoscrivendo «the pledge»: l’impegno a donare almeno metà del suo patrimonio. Per celebrare la nascita della prima figlia, però, Mark ha deciso di andare molto più in là: mentre si discuteva ancora del valore della sua decisione di prendere due mesi di «aspettativa» subito dopo il parto per dedicarsi completamente alla neonata, e degli effetti imitativi che un simile passo potrebbe innescare, ecco il fondatore di Facebook che «scavalca a sinistra» un altro fondatore, quello di Microsoft da lui ammirato come manager e come filantropo, annunciando che donerà quasi tutto il suo patrimonio alla sua nuova fondazione: la Chan Zuckerberg Initiative. 
Immediata la reazione di Bill e della moglie Melinda attraverso una nota della fondazione che porta il loro nome: «La prima parola che ci viene da pronunciare è: Wow! L’esempio che hai deciso di dare oggi sarà di ispirazione per noi e per tutto il mondo. I semi piantati cresceranno, crediamo anche noi che Max e tutti i bimbi che nascono oggi vivranno in un mondo migliore». 
Più facile a dirsi che a farsi in un mondo scosso dal terrorismo, dalla crescita delle diseguaglianze alimentate anche dall’impatto economico delle tecnologie digitale che hanno fatto la fortuna di Zuckerberg, e nel quale non sempre i progressi tecnologici vengono usati per il bene dell’umanità. Il fondatore di Facebook lo sa e infatti la sua lettera, dopo i primi passaggi intimisti, diventa orazione morale («abbiamo una responsabilità nei confronti di tutti i bambini») e poi quasi un piano d’azione che spazia dalla lotta contro le malattie a una vera e propria rivoluzione della scuola. Per cambiare davvero le cose, scrivono i due, bisogna fare investimenti di lungo termine: 25, 50, anche 100 anni. Prima si comincia, meglio è: noi cominciamo subito. 
Zuckerberg disegna un futuro roseo, pieno di speranze e, forse di illusioni, ma non dimentica le asperità del presente: ci sono da rassicurare gli azionisti di Facebook e allora il fondatore assicura che resterà alla guida del gruppo per molti anni ancora e che la discesa delle azioni da lui detenute sotto la quota di controllo non è al momento contemplata. Per adesso venderà solo un miliardo di dollari di azioni l’anno.