Corriere della Sera, 2 dicembre 2015
Le app di incontri come Tinder, usate da 170 milioni di persone, valgono 2,5 miliardi di dollari
Un esercito di (almeno) 170 milioni di persone in tutto il globo. Un giro d’affari che – soltanto negli Stati Uniti e per quest’anno – dovrebbe arrivare a sfiorare i 2,5 miliardi di dollari. Una vetrina – virtuale – che mette a disposizione oltre 500 app e decine di siti dedicati. Forse non bisogna nemmeno stupirsi di questi numeri se, come dice un sondaggio del Pew Research Center, per sei intervistati su dieci sono un modo «per incontrare nuove persone». Otto anni prima erano meno della metà.
Tinder, OkCupid, Pure, Happn, Grindr, Hornet, Pure, Scruff, Match.com, At first sight, Grouper, Lulu, CheckHimOut, Bumble, Hinge, Tastebuds, Coffee Meets Bagel, Loveflutter, Hitch, How about we, Down, Plenty of fish. Sono soltanto alcune delle applicazioni – gratuite e a pagamento, molte con un loro sito web, rivolte a eterosessuali e omosessuali – nate per conoscersi, ma ben presto sfruttate come strumenti per il sesso facile. Così facile che, sostiene uno studio commissionato dalle Nazioni Unite, queste applicazioni hanno invertito la diffusione del virus dell’Hiv tra i giovani dell’Asia e dell’Oceania («l’area in cui vive più della metà degli adolescenti di tutto il mondo»): se fino a ieri i tassi di trasmissione erano in calo, da un paio d’anni sono in aumento.
I dati sono preoccupanti anche tra i ragazzi europei. In Italia, per esempio, l’Hiv colpisce soprattutto i 25-29enni. Non fanno eccezione gli Usa: le malattie sessualmente trasmissibili, ha spiegato il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) il 17 novembre, registrano segno più, in particolare tra i teenager. Il documento non indica un colpevole, ma sono gli esperti a legare il fenomeno all’uso sempre maggiore delle applicazioni per conoscersi. Tanto che a settembre l’Aids Healthcare Foundation ha invitato gli adolescenti a farsi il test inserendo nei maxiposter i loghi di Tinder e Grindr.
Usare le app e i siti per gli incontri non è difficile. Le prime si scaricano in pochi secondi sul telefonino, nei secondi ci si registra in meno di un minuto. Entrambi «convergono» sullo smartphone che con il Gps installato geolocalizza ogni utente e indica a ciascuno chi c’è nelle vicinanze e quanto è distante (in metri e chilometri).
Se Tinder – rivolta soprattutto agli eterosessuali e tra le più scaricate – lega la creazione del profilo all’account su Facebook, Grindr – la preferita dagli omosessuali – di fatto non richiede nessun tipo di «accorgimento». La prima (presente nei telefonini di 50 milioni di persone) permette di aprire una finestra di dialogo soltanto se i due profili si «piacciono». Nella seconda (circa 11 milioni di iscritti) è sufficiente selezionare l’utente per accedere alla chat.
Chi scarica e si iscrive ad applicazioni e siti d’incontri? Si tratta soprattutto di uomini e la fascia d’età con la quota più alta di utenti è quella che va dai 25 ai 34 anni, seguita dai 35-44enni. Ma chi si registra sempre più spesso sono i neo-maggiorenni. E tra questi non tutti hanno davvero raggiunto i diciotto anni.