D - la Repubblica, 28 novembre 2015
La Scozia che non ama J.K. Rowling
Il suo amore per la Scozia è fuor di dubbio: da anni ha scelto di vivere a Edimburgo, sua seconda patria, e scozzese è il suo secondo marito (Neil Murray, nessuna parentela con il tennista) che non disdegna di indossare il kilt.
Ma è la Scozia che non ama J.K. Rowling, la scrittrice più famosa e ricca di Gran Bretagna. I discendenti di Braveheart non le hanno mai perdonato di essersi schierata per il “no” all’indipendenza dal Regno Unito, nel referendum del settembre dello scorso anno, che si concluse appunto con il rifiuto della secessione.
L’autrice di Harry Potter aveva motivato la scelta con moderazione: «Capisco le ragioni del cuore che spingono all’indipendenza, ma penso che il cervello suggerisca di restare uniti godendo della massima autonomia politica». E per far seguire i fatti alle parole aveva donato l’equivalente di 1 milione e 300mila euro alla campagna del no, la maggiore donazione privata ricevuta. Da allora gli indipendentisti scozzesi non perdono occasione di attaccarla. Come nei giorni scorsi, quando la Rowling si è permessa di elogiare su Twitter la squadra della Scozia, eliminata per un solo punto (e una decisione arbitrale controversa) ai mondiali di rugby: «Una prestazione coraggiosa che ci rende orgogliosi», ha cinguettato. Frase che ha scatenato insulti e accuse di ipocrisia. Lei ha risposto: «So che la Scozia è una nazione, ci vivo e ci pago le tasse. Ma volete mostrare al mondo una Scozia che dice ai non-indipendentisti: andate via?».
Un giorno o l’altro J.K. potrebbe andarsene davvero. E pagare le tasse da un’altra parte. Non poche, considerato che continuerà a guadagnare un sacco di soldi per un bel po’: ha appena annunciato che sta scrivendo, e firmerà con il proprio nome (non con lo pseudonimo Robert Galbraith usato per i gialli), un nuovo libro per bambini. E vari romanzi per adulti. «Ho ancora così tante idee per libri che non so se avrò il tempo di scriverli tutti», ha detto la scrittrice dei record.