La Stampa, 1 dicembre 2015
A Sassari la scuola multietnica dice no alla visita del vescovo. La preside: «L’istituto è laico e io ho il dovere di tutelare questo principio, anche se sono cattolica praticante»
Si prepara già il presepe alle elementari di San Donato. Nelle aule, ma non in tutte, è appeso il crocifisso, in biblioteca si può leggere il Vangelo. Alla ricreazione si incontrano bambini cinesi, senegalesi, marocchini e romeni. Ci sono anche i sassaresi, sono la metà degli iscritti: così la scuola del centro storico di Sassari era considerata esempio di integrazione. La dirigente Patrizia Mercuri partecipava a convegni e dibattiti sul tema quartiere difficile e scuola multietnica. Poi l’eco della polemica di Rozzano ha fatto scoppiare un caso anche qui. L’arcivescovo Paolo Atzei aveva programmato una visita pastorale tra gli studenti prima di Natale, ma a San Donato ha trovato la porta chiusa. La preside ha rispedito al mittente l’invito della curia ed è finita nella bufera. «La scuola non è il luogo delle prediche, non possiamo fare proselitismo. Nel nostro istituto sono tutti ben accetti: il vescovo, come l’imam della comunità islamica o il rabbino. Questo è un luogo di confronto e di dibattito, ma non adatto una visita pastorale o una messa».
L’istituto comprensivo di San Donato comprende dieci scuole. Alle elementari del centro storico, zona di immigrati e ad altissimo tasso di disagio sociale, i bambini stranieri sono 122 su 288: molti sono musulmani, ma ci sono anche altre confessioni e famiglie atee. Nessun simbolo del Natale cancellato, ma quel “no grazie” al vescovo ha fatto ancora più clamore. «Quando mi è arrivata la proposta mi è sembrata inopportuna – racconta la dirigente Patrizia Mercuri –. La scuola è laica e io ho il dovere di tutelare questo principio, anche se sono cattolica praticante. La visita pastorale e la messa rischiavano di creare disagio ai bambini di altre religioni o di irritare i genitori».
Le famiglie dei bambini non cattolici hanno gradito, la curia non commenta e dai social network la polemica è finita in Consiglio comunale. «In un momento così delicato non si possono innalzare muri – ammonisce il consigliere di Forza Italia, Giancarlo Carta – Sarebbe più giusto integrare la comunità islamica nella nostra cultura».
Più duro l’ex governatore Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: «Il rispetto per le altre culture non può essere autocensura delle nostre tradizioni». La dirigente si difende: «Mettiamo in campo un grande impegno per costruire un equilibrio tra alunni che provengono da culture molto differenti, non possiamo mettere a rischio il lavoro degli insegnanti. Vorremo incontri culturali con il vescovo, con la chiesa, e con i rappresentanti di tutti i credi: dibattiti sulla pace, sul razzismo sulla convivenza civile. Ma non accettiamo interferenze religiose».
La notizia del no all’arcivescovo gira l’Italia accanto allapolemica sulla scuola di Rozzano e a quella sui canti natalizi in un paese della provincia di Pesaro. «Ma io non ho impedito ai ragazzi cattolici di incontrare il vescovo – sottolinea la dirigente della scuola multiculturale di Sassari – Ho proposto che i bambini andassero in chiesa nell’orario scolastico. Non ci siamo riusciti, perché non abbiamo gli insegnanti sufficienti per accompagnare i ragazzi e per fare lezione agli altri. Ora speriamo che i bambini non sappiano nulla di questa polemica, perché a loro vorremmo parlare di pace e tolleranza».