1 dicembre 2015
Al vertice sul clima di Parigi tra 190 Paesi si discute di come salvare la Terra inquinata • L’inquinamento atmosferico fa più morti in Italia che in ogni altro Paese d’Europa • Le Pm 2.5 uccidono 4mila cinesi al giorno • Quattro arresti per la dottoressa uccisa in Kenya • Record di professori anziani in Italia • Il cervello è uguale per uomini e donne
Inquinamento 1 Si è aperta la ventunesima Conferenza dell’Onu sul clima (Cop21), che si terrà fino all’11 dicembre a Le Bourget, a nord di Parigi. Nella capitale blindata con 11 mila agenti - di cui 2.800 intorno al mega-hangar delle Nazioni Unite - i leader di circa 150 Paesi sono stati accolti dal presidente Hollande e dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Un vertice con l’impegno in prima persona anche di Barack Obama e Xi Jinping, i leader di Usa e Cina che insieme rappresentano le due Nazioni più inquinanti. «Possiamo cambiare il futuro qui e adesso - ha esortato il presidente Usa - siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa». Ma al di là di ribadire l’impegno ridurre del 26-28% le emissioni nei prossimi 10 anni rispetto ai livelli del 2005 e a un aumento dei finanziamenti ai Paesi più vulnerabili, Obama ha glissato su cifre, tempi e obbligatorietà dell’accordo. Anche Xi Jinping, che ha insistito sui 100 miliardi annuali a sostegno dei Paesi in via di sviluppo, non ha voluto prendere una posizione chiara e ha parlato della Cop21 come «punto di partenza». Mentre il premier indiano, Narendra Modi, si fa da portavoce dei Paesi emergenti che a suo avviso «devono avere il diritto di continuare a usare il carbone» per combattere la povertà e a far crescere le loro economie. Dopo il fallimento della precedente conferenza di Copenhagen, nel 2009, la Cop21 è chiamata a trovare un accordo che consenta di contenere «sotto i 2 gradi» l’aumento delle temperature del pianeta. «Il futuro del mondo è nelle vostre mani», ha avvertito Ban Ki-moon, invitando i 147 leader presenti a «mostrare visione e coraggio» (Levi, Sta).
Inquinamento 2 L’inquinamento atmosferico fa più morti in Italia che in ogni altro Paese d’Europa: lo calcola l’Agenzia europea dell’ambiente, secondo cui nel nostro Paese nel 2012 ci sono stati 84.400 decessi prematuri causati dallo smog (la Germania che ha 80 milioni di abitanti ne contava 72 mila), su un totale di 491 mila nella Ue. Un numero di vittime oltre venti volte più alto di quelle causate nello stesso anno dagli incidenti stradali. Il dato è sconcertante, tanto che la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha detto che lo farà verificare all’Istituto superiore di Sanità. I maggiori danni per la salute arrivano dalle micropolveri sottili (le Pm2,5, cioè particelle che hanno un diametro inferiore ai 2,5 micromeri: più sono piccole più penetrano in profondità nell’apparato respiratorio), dal biossido di azoto e dall’ozono, a cui lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti precoci in Italia. La zona più colpita è la Pianura Padana. A Brescia, Monza, Milano e Torino nel 2013 la concentrazione media annua di Pm2,5 ha oltrepassato il limite fissato a livello Ue di 25 microgrammi per metro cubo d’aria (sfiorato anche da Venezia). (Tebano, Cds)
Inquinamento 3 La Cina che è alimentata ancora per il 60% a carbone è responsabile di circa il 30% delle emissioni globali (Stati Uniti secondi con il 16%) (Santevecchi, Cds).
Inquinamento 4 Pechino è avvolta dal Pm 2,5. Sono le particelle di pulviscolo misurate in microgrammi per metro cubo d’aria, si infilano nei polmoni, nel sangue e non ne escono più. Secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità fino a 25 particelle in media per 24 ore di esposizione (significa respirare) va bene. Ma a Pechino da giorni siamo stabilmente sopra 300. Le autorità ammettono che le malattie cardiache e polmonari causate dall’inquinamento atmosferico uccidono prematuramente 200 mila cinesi ogni anno. Ora uno studio del Berkeley Earth americano dice che i morti sono 1,6 milioni all’anno: 4 mila al giorno. Il centro Berkeley sostiene che nella Pechino a quota 400 di Pm 2,5 ogni ora si inala l’equivalente di 1,5 sigarette e si perdono 20 minuti di aspettativa di vita (ibidem).
Kenya La polizia del Kenya, per l’uccisione di Rita Fossaceca, la dottoressa della onlus For Life colpita da un proiettile mentre faceva da scudo alla madre Michelina, minacciata da un rapinatore con il machete, ha arrestatati quattro persone: tre sono lavoratori del villaggio dove è avvenuta la rapina: il cuoco, il giardiniere, l’addetto alla lavanderia. Arrestato pure il mandante (Bologna, Sta).
Volontari Sono seimila i volontari italiani, neolaureati oppure già con un lavoro, che hanno scelto di lasciare il nostro Paese, per un anno o per tutta la vita, per aiutare le periferie del mondo dall’Africa all’Asia (De Luca, Rep). Professori Secondo il sindacato scolastico Anief nei paesi Ocse c’è un professore over 50 ogni tre giovani, in Italia avviene il contrario: il 73 per cento dei docenti della scuola secondaria superiore, il 57 per cento della scuola primaria e il 51 per cento di quelli universitari hanno più di 50 anni (Maesano, Sta).
Cervello Molte ricerche danno per scontata l’esistenza di un cervello femminile e di uno maschile, con tratti e caratteristiche che renderebbero possibile distinguerli in due categorie. Invece «non esistono categorie definite e non è possibile classificare il cervello umano come maschile o femminile», scrive oggi sulla rivista scientifica Pnas l’équipe di Daphna Joel, neuroscienziata dell’università di Tel Aviv. Lo studio della Joel non esclude del tutto le diversità fra i sessi. Ma sostiene che ognuno di noi, come in un mosaico, è dotato di tratti prevalentemente maschili e di tratti prevalentemente femminili. Analizzando i risultati della risonanza magnetica di 1.400 persone, come a Tel Aviv hanno fatto, si osserva che grazie alla statistica le caratteristiche dei due sessi si mescolano con equilibrio. «Quello che non esiste — spiega la neuroscienziata — è un tipo di cervello diverso per ciascuno dei due sessi. Dovremmo insegnare ai nostri bambini che non ci sono i maschi da un lato e le femmine dall’altro. Ci sono solo molti modi diversi di essere umani».
(a cura di Roberta Mercuri)