Corriere della Sera, 1 dicembre 2015
La “Bella principessa” di Leonardo è Sally, la cassiera della coop. Giallo su un falso valutato 142 milioni
Di magnifici «pataccari» la storia dell’arte è piena sin dai tempi in cui Fedro, duemila anni fa, denunciava gli impostori che copiavano le sculture dei grandi maestri greci. Ma Shaun Greenhalgh, inglese di Bolton, uno spazio e non piccolo fra i fuoriclasse del falso può benissimo conquistarselo perché pare che il disegno della Bella Principessa, profilo di una dama alla corte degli Sforza attribuito a Leonardo da Vinci, sia opera della sua innegabile abilità.
Shaun Greenhalgh, signore 54enne, non è di certo un pivello. Pur essendo un raccoglitore di immondizia ha una passione innata per i dipinti e gli oggetti d’antiquariato. Soprattutto per la loro duplicazione, cosa che gli ha consentito di intascare un milione di sterline fra il 1989 e il 2006. Era ancora alle elementari che riuscì a piazzare per 5 sterline alcune sue «creazioni» di presunta epoca vittoriana. Crescendo ha affinato mezzi e conoscenze, gabbando persino il British Museum a cui rifilò un piatto dell’antica Roma e una statua egiziana. Un eccelso «professionista», aiutato da papà George e mamma Olive nel laboratorio del giardino di casa. Fino all’arresto nel 2007 e alla condanna a 4 anni e 6 mesi per frode.
Ma chi pensava che Shaun Greenhalgh fosse caduto nel limbo del silenzio si sbagliava. Se, a suo modo, era un personaggio prima (il Victoria and Albert Museum gli riservò nel 2010 uno spazio nella mostra sui crimini nell’arte), rischia di sfondare i picchi della celebrità con l’autobiografia nella quale rivela di avere disegnato la «Bella Principessa» nel 1978, di avere alterato sia l’inchiostro sia la carta per rendere credibile la contraffazione, di averla tratteggiata all’incontrario in quanto lui non è mancino come lo era Leonardo, e dulcis in fundo che la stessa «Bella Principessa» non sarebbe altro che Sally la cassiera di una cooperativa di Bolton.
E allora eccoci davanti al classico mistero. Shaun sostiene di avere venduto la sua creazione a un collezionista, Giannino Marchig. E che sia così ci sono le prove. La «Bella Principessa», di mano in mano, è poi andata all’asta di Christie’s a New York (dove un esperto la giudicò una copia del diciannovesimo secolo) e aggiudicata per l’equivalente di 20 mila euro al collezionista canadese Peter Silverman il quale ha, dal 2010, la certificazione di Martin Kemp, professore di Oxford: il disegno «è di Leonardo». Valore, dice il legittimo proprietario, «almeno 100 milioni di sterline» (142 milioni di euro).
Tutti gli hanno creduto. Ma Shaun Grenhaulgh esce allo scoperto: è il pataccaro di Leonardo o racconta frottole? Da Parigi sostengono che le analisi sulla carta collocano il disegno indietro di due secoli e mezzo. Il che escluderebbe sia la mano leonardesca sia la mano del raccoglitore di immondizie. Ma il nostro uomo insiste: è Sally ed è opera mia. Chissà se si arriverà alla verità. Se così fosse, Shaun entrerebbe nell’Olimpo dei falsari d’autore. Come i fratelli Alessandro e Augusto Castellani che cedettero il «sarcofago di Cerveteri» al British Museum. Come il geniale caposcuola Federico Joni. O come Eric Hebborn l’inglese che, anni ‘60, si trasferì in Italia per copiare Mantegna e Tiepolo e che però finì male, ucciso a Roma nel 1996.
Le storie di patacche si trasformano spesso in gialli. O in burle: chi ha dimenticato i falsi Modigliani? Uno di quei ragazzi che escogitarono lo scherzo, Pier Francesco Ferrucci, è uno stimato oncologo. E se per caso la donna leonardiana fosse per davvero Sally la commessa?