la Repubblica, 1 dicembre 2015
Teocoli chiuso in una cassa non funziona. Dovrebbe solo tornare a cantare, ballare ed essere comico
Lo chiudono in una cassa e lo portano in un posto a sorpresa (più o meno). Teo in The Box, Raitre il sabato sera. E nella prima puntata Teo Teocoli si vede deportare su una immensa nave da crociera. A quel punto il programma smette di esistere – come non esiste, in sé, il genere Factual televisivo – ed esiste solo Teocoli. Che si fa prendere da un commovente senso del dovere e improvvisa, si inventa trame di bordo. Nelle interviste recenti Teo si chiede una sola cosa: «Ma perché invece di questa roba non si fanno meglio le cose che funzionano da sempre?». E a un certo punto sulla grande nave osserva: «Qui nessuno parla del mare, sono tutti concentrati sulla nave». Metafora perfetta. Aspettando una tv parallela, un giorno, per cantare, ballare e essere comici per il puro gusto e non per servire il format. Chicca nei titoli di coda, la scritta “Teo che guida la nave è una simulazione”. C’è un limite, per fortuna, anche al Factual.