Corriere della Sera, 1 dicembre 2015
Il commento a Napoli-Inter di Mario Sconcerti
Il Napoli si chiede adesso cosa debba ancora al campionato. Ha battuto Inter, Juve, Lazio, Milan, Fiorentina, ha fatto 22 punti nelle ultime 8 partite, ha un attaccante che ha 0.85 di media gol, più del miglior Van Basten. Sembra quasi che la stagione le stia stretta, che abbia qualcosa in più non distinguibile nemmeno con la miglior classifica. C’è nel Napoli una freschezza diversa, come un magnetismo che lascia ad Higuain la sua bobina. Il resto è dolcemente normale, disposto a fare da cornice. Il Napoli è la migliore del campionato, a questo punto della strada è chiaro, ma la sua possibilità di migliorare sembra proporzionale a quella degli avversari. In conclusione, non ho visto una grande partita. Ho visto una squadra forte contro un’altra che ha una sua forza. Ho visto tre tiri in porta che sono stati tre gol, non altre occasione, non altre parate. C’è stata una chiusura tattica del Napoli quasi perfetta, ma non lo spettacolo che la partita meritava. Ha condizionato il gol dopo due minuti, ha fatto la differenza Higuain da solo, è stato confermato che il Napoli è da scudetto, ma anche che l’Inter rappresenta la parte fisica del campionato e che può stare lì fino alla fine. Ho visto squadre ben allenate, ben preparate, studiate fino ai dettagli, ma un po’ soffocate dall’importanza del risultato, sbloccata nel finale dalla paura del Napoli e il grosso ritorno dell’Inter. In sostanza, poche occasioni ma tutte molto emotive. Il Napoli ha vinto giustamente, ma mi aspettavo una dimostrazione di superiorità diversa. Mi è sembrato invece abbia sofferto troppo per quel che ha prodotto, per quella che era la sua superiorità naturale. La partita è stata davvero bella negli ultimi 20’ quando non c’era più controllo mentale e ognuno andava secondo istinto. Finché hanno vinto i moduli, gli schemi, le necessità, c’è stato buon calcio accennato, quasi mai realizzato. Solo Higuain, che comunque gioca nel Napoli e giustifica la differenza. Ora il campionato ha il suo riferimento, chi vuole vincere deve pensare al Napoli ed è un pensiero molto difficoltoso. Ma anche l’Inter non esce distrutta, anzi. Ha avuto inferiorità e molta sfortuna, la chiarezza di non avere un squadra esatta, ma di essere sempre competitiva. Peggio non poteva andargli, un gol e un’espulsione subito. Finisce con il rimpianto di due pali decisivi. Se il Napoli è meritatamente primo, l’Inter, forse per la prima volta, è correttamente un po’ piena di sé.