La Stampa, 30 novembre 2015
Vive a Verbania la donna più vecchia d’Europa. Ha 116 anni ed era il 1938 quando divorziò dal marito che la picchiava
Bastano cento metri in salita ed ecco un mondo diverso, da ammirare con discrezione. Per capirlo, invece, non basterebbero i 116 di vita che Emma Morano ha festeggiato ieri nella sua casa di Verbania.
Cento metri in salita separano il Lago Maggiore, in questo dito di Piemonte incastrato tra i cantoni svizzeri, dalle due modeste stanze di vicolo San Leonardo a Pallanza. Ma lei, Emma, il lago non lo vede da 25 anni. L’appartamento è al secondo piano, senza ascensore. Due rampette di scale diventate un ostacolo troppo grande per le gambe che faticano a salire i gradini, unico problema fisico di un’esistenza da record. Ma la forza di volontà, insegna Emma, permette di vincere tutto. La sua scelta era stata ferma: non lasciare il bilocale con gabinetto sul ballatoio. Aveva grossomodo novant’anni. Ne ha trascorsi altri venticinque senza uscire da quelle mura.
Se troppe uova alzano il colesterolo e non fare sport accorcia la vita, Emma insegna il contrario. Di uova, crude, ne mangia tre al giorno. E le scale non le fa da un quarto di secolo. Ma Emma è felice. Strafelice.
Peccato abbia dovuto togliere dalla quotidianità i gianduiotti. Fino all’anno scorso erano una certezza come le uova e la carne trita sciolta nel brodo. Tutto invariato tranne la cioccolata e la badante. Ha dovuto accettarla, al 115° compleanno, il 29 novembre 2014, viveva sola. Non per tutto il giorno, ma di notte restava sola in quelle due stanze. Lo pretendeva lei. Una regola per andare d’accordo a cui le nipoti hanno dovuto sempre dire sì. Come all’abitudine di tenere al sicuro nel reggiseno la piccola chiave di un armadio che conserva le foto di tempi lontani. Se qualcuno chiede immagini d’epoca, la nipote la invita a consegnare la chiave.
Una moderna donna d’altri tempi. S’era innamorata di un alpino andato in guerra (la Prima) e mai tornato a Villadossola, città industriale che la ospitò da adolescente dopo i primi anni di vita in Valsesia, a Civiasco. A Villadossola lavorava in un iutificio, fabbricava sacchi. Ma la polvere le dava fastidio alla salute, così si trasferì a Pallanza. Ha conosciuto un altro uomo e l’ha sposato. Ma la picchiava. Una volta, due, tre. Troppo: si è separata. Era il 1938. L’anno prima aveva perso l’unico figlio, morto a pochi mesi. Un caso, in una famiglia di longevi: la mamma è deceduta a 91 anni, una sorella a 107. Vivente, più anziana di Emma al mondo c’è solo l’americana Susannah Mushatt Jones, nata lo stesso anno – il 1899 – ma con un vantaggio di quattro mesi e mezzo. Tanto come lei, invece, in Italia non ha mai vissuto nessuno. In Europa la batte (per ora) una francese nata nel 1875 e morta nel 1997.
Non è mai stata a Roma, il mare l’ha visto una volta a Genova, è cavaliere della Repubblica, i Pontefici li pregava (ne sono passati undici dal 1899), i politici di oggi non li riconosce, ma ieri era contenta quando le hanno letto il telegramma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il messaggio di Papa Francesco. C’è una foto di ieri mattina in cui guarda intensamente il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini, seduta vicino a lei sulla poltrona. Ma forse neanche sa più il significato della parola sindaco. Le sarà, semplicemente, sembrata una persona gentile. Perché ha ancora il suo forte carattere, nonna Emma. Risponde volentieri solo alle domande di chi le suscita simpatia. E chissà cosa penserà, quando una volta all’anno la casa si riempie di gente semi sconosciuta.