Corriere della Sera, 30 novembre 2015
Teo Teocoli su una nave da crociera ci dovrebbe far ridere. Invece non s’è mai vista tanta malinconia in una sola serata
L’idea di trasformare Teo Teocoli, il caro Teo, in una sorta di David Foster Wallace è un azzardo pericoloso: al termine del salto, c’è il forte rischio che Teo possa prendere una di quelle culate che ammaccano fisico e morale. E lui l’ha presa. A metà degli anni Novanta, David Foster Wallace fu spedito da Harper’s in crociera di lusso nei Caraibi: ne venne fuori un saggio che è ormai un classico della non fiction americana, Una cosa divertente che non farò mai più (minimum fax, 1998).
Anche Teo è stato spedito a bordo di una nave da crociera: un bestione lungo 360 metri, con 16 ponti in grado di ospitare 5.000 passeggeri più l’equipaggio. Non si pretendeva certo che Teo ci regalasse un’analisi ironica del divertimento di massa nella società contemporanea, ma nemmeno che ci offrisse tanta malinconia in un sola serata.
“Teo in the box” è l’adattamento di un format tedesco, “Host in the box” prodotto con Rai3 da Endemol Italia (sabato, 20.45). Un factual, come si dice in gergo, un genere che narra le vicende di persone comuni, a metà strada tra il reality, la finzione, l’intrattenimento e il gioco. Un genere perfetto per mescolare l’improvvisazione (gli incontri più o meno casuali che Teo fa sulla nave) e la narrazione (il lavoro di montaggio e il racconto vero e proprio di Teo per collegare gli incontri).
Teo che confonde regata con crociera, Teo che di fronte ai 6.000 coperti che le cucine offrono dice che sembra di essere alla Caritas, Teo che strabuzza gli occhi come Celentano, Teo che canta «Volare»…
Il problema vero è che Teo è la persona meno adatta per fare questo tipo di trasmissione (sono cose da Fabio Volo). In un’intervista ha dichiarato: «La produzione mi ha detto di avermi scelto perché sono un personaggio strano, poco inquadrabile».
Purtroppo anche il programma è poco inquadrabile, privo di ritmo, scontato. Speriamo nelle prossime puntate, anche se di solito si dovrebbe cominciare con il meglio.