La Stampa, 30 novembre 2015
Nell’Accademia delle hostess di Alitalia. Il cibo e l’eleganza ad alta quota
C’è un clima un po’ da Miss Italia e un po’ da Masterchef nel nuovo centro di formazione per le hostess e gli steward dell’Alitalia, la Academy della compagnia all’aeroporto di Fiumicino. Sembra un po’ di stare a Miss Italia perché una parte importante dei corsi riguarda il trucco, il vestiario, gli accessori e i profumi. Ci sono codici e regole da imparare anche per gli steward, ma in queste cose la presenza femminile si impone di più. E l’Academy sembra anche Masterchef perché qui si impara a confezionare i pasti da servire a 10 mila metri di quota come se si fosse in un ristorante a terra anziché su un aereo, l’Academy dell’Alitalia è il posto giusto per farsi raccontare le difficoltà e le soluzioni. Si vede che i corsi sono validi, perché l’Alitalia ha vinto per cinque anni consecutivi il premio di miglior compagnia del mondo per la ristorazione in volo (si tratta del «Best Airlina Cuisine» assegnato dal mensile americano Global Traveler) e ci sono buone prospettive per la conquista del sesto (l’annuncio del vincitore del 2015 è imminente).
È ovvio che l’Alitalia si presenta come ambasciatrice del gusto italiano nel mondo, così nella Product Room, dove ci si familiarizza con cibi e bevande, quasi tutti i prodotti sono italiani. Daniela Asprella Libonati, hostess e responsabile dei corsi della Academy, mostra una fantasmagoria di abbinamenti tra formaggi, dolci e vini, menù assortiti e in continua evoluzione, e per la parte non mangereccia trousse di Ferragamo con fragranze ad hoc in omaggio in classe business e sedili creati da Poltrona Frau.
Quella dove le hostess passano il tempo più volentieri è la Style and Image Room che viene usata per i corsi su trucco e vestiario o anche per truccarsi liberamente. La responsabile Stefania Andreucci mostra il decalogo «Specchio delle mie brame» con disposizioni minuziose (ma semplici da seguire) che devono esprimere eleganza e (soprattutto) affidabilità: da notare per gli steward barba non oltre il centimetro, capelli lunghi al massimo fino al colletto della camicia e «gel consentito ma no all’effetto bagnato» (no alle stravaganze).
Si torna a parlare di cibo nell’aula dove gli chef Roberto Nanni e Giulio Taccetti insegnano a confezionare le portate. In aereo non si cucina, i piatti vengono preparati a terra e riscaldati, ma i passeggeri devono poterli gustare come in un normale ristorante. Una cosa importante è che Alitalia «offre la possibilità di mangiare in volo non a ore fisse ma quando si vuole»; e per mettere più fantasia nel cibo si insegna alle hostess a preparare, a richiesta, spuntini fuori menù come crostini o bruschette.
Poi c’è la sala dove le hostess e gli steward fanno a turno la parte di chi serve i pasti e di chi li mangia, e seguono pure dei copioni, recitando (ad esempio) il ruolo dei clienti lamentosi e rompiscatole, in modo da essere pronti quando questo capiterà davvero. Nell’aula di «Eleganza tra le nuvole» si insegnano usi e costumi dei vari popoli, dagli asiatici agli americani... e l’ambizione è la leadership mondiale nel settore aeronautico per cui l’Alitalia si sente tagliata.