Corriere della Sera, 30 novembre 2015
Sala è pronto a candidarsi per Milano. Si comincia a pensare a una lista civica
«Il Partito della nazione? Ma se io, come tutti gli italiani, non so neppure cosa sia….». Giuseppe Sala si ritrova a fare i conti con i giochi complicati della politica, ma cerca di leggere gli eventi con il pragmatismo del manager. Che sia disponibile a candidarsi ormai lo ha fatto capire in diversi modi, anche se prima dell’annuncio della discesa in campo devono succedere ancora molte cose, fra cui il chiarimento con il premier Matteo Renzi (e l’incontro da più parti annunciato per questa settimana non è ancora nell’agenda dell’uno né dell’altro).
Ma prima ancora che le cose siano definite, l’ad di Expo si trova a rispondere a chi lo accusava prima di essere «divisivo» e ora di essere parte di una strategia che da Milano prenderebbe forza per imporre appunto il fantomatico Partito della nazione di impronta renziana. Alla prima accusa, Sala ha risposto direttamente e conferma il pensiero: «Sicuramente c’è una sola persona che potrebbe far proseguire il progetto di Giuliano Pisapia, garantendo la totale continuità, ed è lui stesso». Una sfida ma anche una considerazione oggettiva, dal momento che l’attuale sindaco era riuscito intorno alla sua persona e alla sua esperienza a far convogliare tutto il mondo di centrosinistra, attivando anche il movimento arancione che ora teme di essere spazzato via.
Forse però si tratta di un timore infondato anche perché, si chiedono i sostenitori del commissario Expo, in cosa potrebbe differenziarsi il programma di un eventuale candidato sindaco Sala da quello del suo predecessore? I temi su cui lavorare restano ancora quelli della casa, della sicurezza, delle periferie. «Probabilmente – spiega chi gli ha parlato in queste ultime ore – Sala cercherebbe di dare un respiro più internazionale alla città e di trovare altre strade per attingere risorse dal mondo privato, facendosi forte dell’esperienza fatta nel semestre espositivo». Non altro, però. Il timore di un’apertura a Ncd? Al netto dei rapporti personali tra Sala e l’ex ministro Maurizio Lupi che si erano rinsaldati proprio quando Lupi aveva sbloccato i primi decisivi fondi per avviare l’impianto di Expo, e parliamo ancora del governo Letta, proseguendo nello stesso lavoro durante la legislatura di Renzi, nessuno ha pensato a liste con il simbolo di Ncd in appoggio.
Liste civiche, questo sì. Anche perché alcune personalità del mondo imprenditoriale, artistico, culturale e sportivo, che hanno conosciuto Sala per l’esposizione, sarebbero pronte a dare il proprio contributo e a spendersi anche in una lista civica che allarghi comunque la coalizione di centrosinistra, un po’ nel solco di quanto dichiarato dal ministro Maurizio Martina: «Una proposta che dal centrosinistra si apre alla città incontrando il civismo ambrosiano». L’endorsement di Martina ha intanto aperto la strada a molti che, per prudenza politica, fin qui erano rimasti zitti o che comunque davano appoggio ma non pubblicamente e ieri si è allungata la lista di parlamentari, consiglieri e assessori del Pd (ma non solo) convinti della bontà di questa proposta politica.
Tutto da costruire e da decidere, comunque. Sala nel frattempo sta continuando ad occuparsi di Expo: sabato è stato in cantiere per fare sul posto il punto delle operazioni di smantellamento dei padiglioni e ieri ha lavorato agli incontri che avrà in settimana. Perché sì, potrebbe dare la disponibilità a fare la sua parte per Milano: ma nella sua testa ci sono anche altri piani.