il Fatto Quotidiano, 29 novembre 2015
Quei due milioni spesi per far lavorare i consiglieri siciliani per qualche minuto
Chi ha lavorato per dieci, chi per cinque, chi per soli due minuti. E qualcuno addirittura anche meno, stando al verbale di una seduta lampo della prima commissione che ha registrato l’ingresso di un componente appena un minuto prima della chiusura dei lavori. Il ciclone Gettonopoli si abbatte pure sul Comune di Palermo, che nel 2013 per le commissioni e le sedute consiliari ha elargito una vera fortuna: 1.773.672 euro. Una cifra-record, visto che il gettone previsto per i consiglieri di Palazzo delle Aquile è il più pesante della penisola: 27 euro più di Roma, 39 più di Milano, una volta e mezzo quello di Genova. Dopo aver passato al vaglio l’attività del 2013, il M5s ha infatti scoperchiato l’ennesimo scandalo delle commissioni-bancomat e dei consiglieri specializzati in vere e proprie “toccate e fughe” dalle aule. Dai resoconti delle riunioni, sono emerse tra l’altro 21 presenze da 5 minuti, 28 presenze da 10 minuti, e 55 presenze da 15 minuti, che hanno consentito comunque ai consiglieri di portare a casa 156 euro lorde per ciascuna “apparizione” segnata a verbale. Risultato? Secondo la denuncia dei “grillini”, la stragrande maggioranza degli “stakanovisti” palermitani ha totalizzato in gettoni il massimo possibile: oltre 36 mila euro lordi. E ora il capogruppo M5s all’Ars Giorgio Ciaccio chiede l’attivazione delle dirette streaming e invoca l’intervento del sindaco Leoluca Orlando, perchè anticipi l’entrata in vigore della legge approvata all’Ars (ma operativa dalla prossima legislatura), tagliando da subito i gettoni di presenza.
Ma non è tutto. Non tutte le commissioni, infatti, hanno risposto alla richiesta di accesso agli atti. “E la quarta commissione – segnala il M5S – è rimasta vittima di un furto che ha cancellato la memoria di vent’anni di attività”.