29 novembre 2015
Il Papa apre in Centrafrica la prima Porta Santa • Ucciso in Turchia il leader degli avvocati curdi • La radiologa di Novara uccisa in Kenya • Strage in America nella clinica degli aborti • La Cina soffoca nello smog
Papa Questa mattina Papa Francesco lascia l’Uganda e arriva nella Repubblica Centrafricana, terza e ultima tappa del suo viaggio in Africa, dov’è previsto nel pomeriggio un anticipo dell’Anno Santo della Misericordia: per la prima volta nella storia della Chiesa un Pontefice aprirà la prima Porta Santa di un Giubileo non a Roma, nella Basilica di San Pietro, ma a Bangui, Paese di tradizione coloniale francese, piombato nel caos dopo il golpe dei miliziani musulmani Seleka che ha spodestato il generale François Bozizé. Ai Seleka si sono contrapposti i miliziani anti-Balaka (il nome significa «anti-macete»). Dopo la breve presidenza dell’ex comandante di Seleka, Michel Djotodia, ora il Paese è guidato da un governo di transizione, presieduto da Catherine Samba-Panza. Le elezioni per la nuova costituzione e la designazione del nuovo presidente si terranno a dicembre. Nelle ultime settimane si sono verificati scontri con morti attorno al quartiere musulmano «Km 5», dove si trova la mosche che il Papa visiterà lunedì mattina. Negli ultimi giorni la situazione è tornata abbastanza tranquilla, dopo l’arrivo di 300 Caschi Blu dell’Onu provenienti da altri Paesi africani (Tornielli, Sta).
Turchia Tahir Elci, leader degli avvocati curdi, dopo mesi di minacce, è stato ucciso nel centro di Diyarbakir durante una conferenza stampa. Elci era stato condannato a 7 anni per propaganda al Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan considerato un’organizzazione terroristica da Ue e Usa. Prima che gli sparassero, aveva pronunciato davanti alla stampa parole che inneggiavano alla pace: «Questa è una zona storica, una zona che è stata la culla di molte civiltà. Non vogliamo sparatorie, conflitti o operazioni militari. Guerre e armi stiano lontane da qui». Aveva finito da poco, quando due persone con il volto coperto sono uscite da una auto e hanno aperto il fuoco, uccidendolo. Con lui sono morti anche due poliziotti. Elci era noto in Turchia per la sua difesa dei diritti umani, soprattutto la denuncia delle condizioni in cui vive la minoranza curda. Ancora incerta la paternità dell’attentato. Il Sud-Est è da tempo un territorio caratterizzato da una guerra fra bande, dove opposti ai curdi non ci sono solo i gruppi ultranazionalisti che ricordano la Turchia degli Anni Settanta, ma almeno altre due fazioni. I primi sono i curdi dell’Huda Par, dell’estrema destra islamica sunnita. Ci sono poi gli Esedullah Timi, il «Gruppo dei Leoni di Allah» che secondo alcuni sarebbero il ramo turco dell’Isis. A Diyarbakir resterà il coprifuoco fino a questa mattina. Ieri, a Istanbul, Ankara e Smirne, in migliaia sono scesi in piazza per protestare contro l’omicidio di Elci, dando dell’assassino a Erdogan. La polizia ha fatto largo uso di idranti e gas lacrimogeni per disperdere la folla. (Ottaviani, Sta).
Kenya Rita Fossaceca, 51 anni, medico radiologo all’ospedale maggiore della Carità di Novara, da anni, in Kenya, collaborava da anni come volontaria al progetto dell’organizzazione For Life Onlus per la gestione di un orfanotrofio al Karol Wojtyla Village di Mijomboni, vicino a Ma lindi. Uccisa forse durante una rapina in casa: feriti altri tre italiani che abitavano assieme a lei. Esclusa per ora la pista terroristica (Castoldi, Cds).
Strage Robert Lewis Dear, stralunato 57enne con una lunga barba, ieri armato di pistola è entrato in una clinica degli aborti della rete Planned Parenthood in Colorado uccidendo tre persone tra cui un poliziotto e ferendone altre nove. Dopo cinque ore in cui è rimasto asserragliato in un ambulatorio, alle quattro l’improvvisa resa: ha smesso di sparare e si è consegnato agli agenti. Il killer potrebbe essere una persona con problemi mentali suggestionato dalla campagna degli integralisti evangelici che da mesi attaccano l’organizzazione sanitaria per il controllo delle nascite: prima la pubblicazione di un video nel quale si vedono medici che discutono dei rimborsi da chiedere per forniture di tessuti fetali (provenienti da aborti) a fini di ricerca; poi la battaglia condotta dalla maggioranza repubblicana in Congresso per privare Planned Parenthood di ogni finanziamento pubblico; infine le proteste continue davanti agli ambulatori dell’organizzazione e anche numerosi atti violenti. Le leggi federali autorizzano la cessione di tessuti fetali a fini di ricerca e per trapianti. Vietata la vendita a fini di lucro, ma si possono ottenere rimborsi delle spese. «Planned Parenthood» dice di essersi mantenuta entro questi limiti, ma non è bastato: da quando sono stati pubblicati i video, diverse bombe rudimentali sono state fatte esplodere davanti ai laboratori dell’organizzazione. In genere di notte, senza fare vittime. I medici abortisti sanno da tempo di essere sotto tiro e infatti molti di loro indossano giubbotti antiproiettile mentre le loro cliniche devono essere difese dalla polizia (Gaggi, Cds).
Smog L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato a 25 il quantitativo di PM tollerabile per l’uomo (le PM sono quelle particelle microscopiche il cui particolato è inferiore ai 2,5 millimetri di diametro che si insediano nei polmoni umani). Ieri, Pechino ne registrava 391 – ben al di sotto dei record precedenti, che hanno più volte raggiunto il limite massimo registrabile dalle apparecchiature utilizzate per calcolarle, salendo ancora più su, verso livelli non quantificabili. A Shijiazhuang, una città industriale a Sud di Pechino, i livelli di PM 2,5 un anno hanno superato 1000. Il governo ha ancora una volta lanciato l’allarme, consigliando alle persone di non uscire, ed alcune scuole sono state chiuse. Per le strade, le persone indossano mascherine chirurgiche, altri addirittura maschere antigas (Sala, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)