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 2015  novembre 28 Sabato calendario

Ecco quanto tempo Renzi compare in tv (troppo, verrebbe da dire)

La riforma della Rai che darà tutti i poteri all’amministratore delegato nominato dal governo (è scontato sia l’attuale direttore generale Antonio Campo Dall’Orto) è ormai all’ultimo step parlamentare, fra mille grida delle opposizioni per le mani che Matteo Renzi starebbe per mettere sulla informazione pubblica. Grida un po’ pleonastiche se si guardano gli ultimi dati sul pluralismo politico pubblicati sul proprio sito Internet dall’Autorità di garanzia nelle comunicazioni, relativi alla Rai e a tutti gli altri canali televisivi per il mese di ottobre 2015. Dati che indicano come se in Italia in genere l’informazione soffre, quella televisiva e in particolare quella della Rai, s’offre. Non c’è alcun bisogno di metterci le mani sopra, perchè il titolare di palazzo Chigi ha già tutta l’informazione in mano. I tre notiziari Rai dedicano al premier e al suo partito già ora quasi il 60% del tempo di antenna (notizie e dichiarazioni dirette), ma anche gli altri canali privati seguono a ruota con punte addirittura più elevate su SkyTg24. Per capire come il fenomeno sia lievitato proprio nell’era renziana, abbiamo confrontato gli stessi dati dell’autorità di garanzia con quelli del mese di ottobre 2013. Due mesi in qualche modo simili, perchè in entrambi i casi alla guida del governo c’era un premier del Pd (allora Enrico Letta, ora Renzi), la composizione del governo era politicamente omogenea, e l’avvenimento principale di quel mese è stato lo stesso: la preparazione, presentazione e discussione della legge di stabilità, il principale provvedimento di politica economica di un esecutivo. Ebbene, in condizioni assai simili l’informazione di Stato e anche quella privata è diventata assai più governativa nel giro di due anni. Abbiamo sommato la presenza nei notiziari di tre soggetti: premier, membri del governo ed esponenti del Pd. Scoprendo che ormai occupano quasi due terzi della informazione politica-istituzionale, con aumenti rilevanti in quasi tutte le principali testate televisive. Il Tg in cui la presenza di Renzi & c rispetto a Letta & c è quasi esplosa è stato il TgLa7 di Enrico Mentana, dove il balzo è stato del 49,90% in due anni (crescita dovuta al fatto che nel 2013 non si filava molto Letta & c, dando spazio ampio all’opposizione). Assai alto lo spostamento verso il governo anche del Tg3 (+41,75%) e del Tg5 (+38,67%). In termini assoluti Renzi e i suoi hanno il massimo su Sky Tg24, dove hanno raggiunto ad ottobre 2015 il 65,89% del tempo di antenna. Ma al secondo posto in modo clamoroso si è piazzato il Tg1 di Mario Orfeo, che dedica a Renzi e ai suoi la bellezza del 61,36% del tempo di antenna. Nell’ottobre del 2013 lo stesso dato era al 47,50%. Essendo il principale notiziario della televisione di Stato, la percentuale è davvero bulgara e non ha precedenti in altre epoche e governi. Si tenga presente che il restante 38,64% del tempo di antenna del Tg1 è comprensivo anche del 7,25% concesso a Sergio Mattarella, dello 0,91% concesso al presidente del Senato Piero Grasso, dello 0,23% concesso al presidente della Camera Laura Boldrini, dello 0,48% del tempo concesso a istituzioni dell’Unione europea, del 2,81% del tempo concesso ad Area Popolare, altro partito di maggioranza governativa e dello 0,28% concesso ad altre piccole forze di maggioranza. Scalando tutte queste cifre si scopre quanto resta dedicato alle opposizioni: il 26,68%. Quasi con generosità dunque il Tg1 dedica tre quarti del suo notiziario alla maggioranza e agli esponenti delle istituzioni che la rappresentano e solo un quarto alle opposizioni tutte insieme. E infatti ha percentuali ridicole il Movimento 5 stelle che secondo i sondaggi attuali potrebbe perfino battere Renzi e il Pd a un ballottaggio, e sul Tg1 ad ottobre ha raccolto appena il 7,76% dello spazio. Piccola soddisfazione: può vantarsi di avere più potere di Forza Italia, che è ferma al 7,54%. Per gli azzurri altro premio di consolazione: sul Tg1 riescono a fare quello che non accade più nei sondaggi: avere peso doppio rispetto alla Lega Nord di Matteo Salvini, che si ferma al 3,71%. Quasi inesistente il partito di Giorgia Meloni (0,92%), mentre Sel riesce a raggiungere l’1,55%. Proporzioni simili si registrano sul Tg3, con piccole variazioni: un po’ meno Mattarella, un po’ più Boldrini e Grasso, un po’ meno Renzi diretto, molto di più Pd perchè lì bisogna suonare anche gli strumenti della minoranza del partito. Complessivamente sotto la guida di Bianca Berlinguer le opposizioni hanno avuto ad ottobre il 23,39% del tempo di antenna. Percentuale che sale al 27,91% sul Tg2. La Rai è già tutta di Renzi.