la Repubblica, 28 novembre 2015
L’erotica ascella della rospa. Il Bufo Bufo la cinge da dietro, sotto le braccia, per un paio di settimane. Poi, se tutto va bene, lei depone le uova
Il rospo comune, o Bufo bufo, è il più grande degli anfibi europei e si riproduce tramite amplesso ascellare. Durante la stagione degli amori, che segue al letargo invernale, il rospo si avvicina con cautela ai luoghi in cui sa che si ritrovano le rospe: stagni, corsi d’acqua, pozze. Una volta individuata la madre dei suoi figli, le si avvicina da dietro e la stringe con molto vigore da sotto le ascelle. Questo amplesso, detto appunto ascellare, può durare fino a un paio di settimane. Ma presenta alcuni inconvenienti. Può capitare, per esempio, che, per colpa dell’approccio posteriore, un rospo cinga sotto le ascelle un altro rospo maschio. In quel caso, si scusa e si allontana. O che la rospa abbracciata non sia gravida o peggio ancora che un certo numero di rospi si invaghisca della stessa rospa, cingendola in un amplesso ascellare di gruppo che la soffoca. Ma se tutto va bene, la rospa depone le uova e lui si precipita a fecondarle. Dalle uova nascono i girini.
Quando ai girini spuntano braccia e gambe, è il segno che sono pronti a metamorfizzare in rane. Un atavico istinto gli dice che devono mangiarsi la coda e poi digiunare. Fin quando bocca e stomaco non si saranno adeguati al nuovo aspetto, finendo di trasformarli da insettivori a onnivori.