La Stampa, 28 novembre 2015
Guardiola il prossimo anno allenerà il Manchester United. Questione di soldi (e non solo)
Verità non più nascoste, silenzi strategici e una firma galeotta. Dal segreto di Pulcinella di una fuga a giugno dal Bayern Monaco pianificata da tempo, all’intrigo internazionale di un pezzo di carta già autografato con il Manchester City. Anche stavolta Pep Guardiola è riuscito a tenere in scacco mezza Europa: tre anni fa con i pellegrinaggi a New York di dirigenti adoranti a caccia di un sì, adesso aprendo il mercato con sei mesi di anticipo sul previsto.
Offerta anche per Messi
L’ultima novità non riguarda tanto l’idea di mollare il Bayern alla naturale scadenza del contratto, quanto il fatto che il tecnico catalano avrebbe già scelto la prossima fermata della sua carriera. Tutte le strade, gli indizi, i sussurri, i segnali e le coincidenze lo portano al Manchester City. Tanto che due giorni fa, neanche una settimana dopo quel «nessuno è insostituibile: gli allenatori, come i giocatori, vanno e vengono» pronunciato da Rummenigge, ci sarebbe stato anche qualcosa di molto concreto: la firma su un pezzo di carta valido come precontratto, che garantirebbe all’inventore del «tiqui-taca» la palma di allenatore più pagato del mondo con un ingaggio annuale superiore ai 20 milioni di euro (forse 25, con i premi). Se così fosse, non sarebbe altro che la perfetta quadratura di un cerchio aperto da un pezzo, che per i tabloid inglesi comprenderebbe anche l’acquisto (quasi impossibile) di Messi, con conseguente spesa di 170 milioni per il cartellino e di 57 a stagione di stipendio. La lunga corrispondenza amorosa tra Guardiola e il duo Beguiristain-Soriano, vecchi compagni di avventure blaugrana diventati dirigenti del City, sarebbe sfociata in un accordo di massima addirittura un anno fa. L’impossibilità di Pep di liberarsi anticipatamente dal Bayern (opzione fattibile solo se avesse vinto la Champions) ha rimandato tutto: rinnovo a sorpresa fino al 2017 tra il City e Manuel Pellegrini e prove tecniche di convivenza forzata, con appuntamento a prima di Natale per decidere sul futuro, tra il Bayern e Guardiola. Il doppio bluff, però, è durato poco.
Real, blocco del mercato
Se l’assenza di Guardiola, giustificata da un viaggio a Barcellona per un lutto familiare, nella conferenza stampa di ieri, alla vigilia della gara con l’Hertha Berlino, per molti è una prima mezza conferma, gli accostamenti alla panchina del Bayern di figure come Ancelotti, Schmidt (Leverkusen) e Tuchel (Dortmund) fanno il resto. In Spagna, invece, si mormora che un sondaggino per Guardiola, terminato con un gentile rifiuto, non se lo sia fatto mancare neanche il Real Madrid, destinato a essere condannato dalla Fifa a non operare in entrata per due sessioni di mercato (causa irregolarità nel tesseramento di giocatori minorenni). Non potendo comprare giocatori, quanto sarebbe stato da Florentino Perez spendere tutto su un allenatore?