28 novembre 2015
L’omaggio alle vittime del 13 novembre • Adbeslam sarebbe già in Siria • È morto Luca De Filippo • Nominato il nuovo cda di Ferrovie • Secondo Poletti l’orario di lavoro è un parametro superato per i contratti • La scuola dove il Natale sarà cancellato • Il pm chiede venti anni per Martina Levato
Parigi Agli Invalides a Parigi si è svolto l’omaggio solenne per le 130 vittime degli attentati del 13 novembre. Hollande ha detto: «Dopo avere seppellito i nostri morti, bisognerà riparare i viventi». L’unico modo per andare avanti è che la Francia resti se stessa, ha continuato il Presidente, prendendo a modello le vite dei caduti. Donne e uomini che, ha ricordato Hollande, venivano da oltre 50 comuni di Francia e da tutto il mondo, «17 Paesi oggi sono in lutto con noi»: «Tutti volevano riuscire, per loro stessi, per la loro famiglia, per il loro Paese. È ricordando il loro volto, il loro nome, ma anche le loro speranze, le loro gioie, i loro sogni spezzati, che agiremo d’ora in poi. Quelli che sono caduti, il 13 novembre incarnavano i nostri valori e il nostro dovere è più che mai di farli vivere, questi valori». Su uno schermo sono apparsi i volti delle vittime, mentre dall’altoparlante una voce elencava i nomi in ordine alfabetico. I famigliari non sono mai stati inquadrati dalle telecamere, e Hollande non è andato a salutarli né all’inizio né alla fine della cerimonia: l’omaggio era nazionale ma il dolore privato, e il loro cordoglio è stato tutelato.
Stragi La strage di venerdì 13 doveva essere solo l’inizio. Abdelhamid Abaaoud, la mente del commando che ha colpito al Bataclan, allo Stade de France e nei ristoranti dell’XI arrondissement, avrebbe voluto fare stragi al quartiere amministrativo della Défense, ma anche nelle scuole, nel quartiere ebraico, nei trasporti. Era tornato dalla Siria per condurre di persona una campagna di terrore che sarebbe durata altri giorni, forse settimane. Intanto a Bruxelles è stato incriminato un sesto uomo per gli attentati di Parigi, in Germania invece è stato fermato uno con l’accusa di aver venduto armi ai terroristi. Notizie sul ricercato Salah Abdeslam arrivano dal verbale di un testimone chiave: sembra che sia già in Siria.
De Filippo/1 È morto Luca De Filippo, 67 anni. Era in scena fino a 20 giorni fa in Non ti pago. A Milano si è dovuto fermare perché aveva mal di schiena: invece era un tumore al cervello. Maurizio Porro: « Se ne va così uno degli ultimi grandi eredi di questa dinastia d’arte iniziata dal nonno Scarpetta, dal celebre papà, dalla zia Titina e zio Peppino: ci sono il cugino Luigi, gli eredi artistici come Servillo e Giuffrè. Nato a Napoli il 3 giugno 1948, Luca aveva fatto la gavetta in famiglia, a 7 anni Eduardo se lo portò in scena come Peppiniello, il ragazzino di Miseria e nobiltà. Quando riusciva a scrivergli due battute da bambino, Eduardo lo infilava dentro le sue commedie, intanto respirava l’aria di palcoscenico prima di diplomarsi al liceo scientifico e debuttare a 20 anni nel Figlio di Pulcinella. Da allora una carriera senza soste coi classici paterni che, dopo la morte di Eduardo il 31 ottobre 1984 (saputa in un intervallo al Diana di Napoli), dirigerà in prima persona, dall’81 capocomico, con quella fedeltà che esigeva dai colleghi cui concedeva i diritti. Eduardo lo allevò e l’apprezzò, Luca fu con lui nell’ultima tournée di Sik Sik, ma sostiene che non gli disse mai: bravo. Non a parole almeno» (Cds).
De Filippo/2 «Luca era bambino quando muore prima la sorella Luisella, poi la madre Thea Prandi. Restano soli, lui 12 anni, Eduardo un padre già anziano, famoso, ruvido. “Se fu triste? Tutt’altro, fu una convivenza gradevole la nostra. Mio padre era simpatico, quando voleva era un umorista. Sia chiaro la nostra vita era fatta anche di lunghi silenzi, ma non era necessario intrattenersi. E poi c’era il teatro”» (Bandettini, Rep).
De Filippo/3 Nei primi anni di carriera si faceva chiamare Luca Della Porta, per non fare il “figlio di” (ibidem).
De Filippo/4 Nel camerino Luca De Filippo si rilassava lavorando a maglia (Porro, Cds).
Ferrovie Nominato il nuovo vertice di Ferrovie. Nella lista figurano Renato Mazzoncini, in veste di amministratore delegato, Gioia Ghezzi, neo presidente e già in consiglio dal 2014, e poi altri cinque consiglieri. Dopo l’azzeramento del consiglio di due giorni fa, per assicurarsi l’uscita dell’ex amministratore delegato Michele Elia e dell’ex presidente Marcello Messori, la scelta dell’azionista pubblico è quella di riconfermare in blocco cinque consiglieri uscenti: Daniela Carosio, Giuliano Frosini, Simonetta Giordani (in ballo per qualche ora per la presidenza), Federico Lovadina e Wanda Ternau. Il nuovo consiglio passa a sette componenti, rispetto ai nove del precedente. Quattro voti basteranno, insomma, a governare l’azienda e a rispettare le indicazioni del decreto che lunedì scorso ha fissato il collocamento in Borsa nel 2016.
Orario Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un convegno all’Università Luiss, ha detto che bisogna «immaginare contratti che non abbiano come unico riferimento l’ora-lavoro»: «Dovremmo essere capaci di immaginare un cambiamento dei contratti di lavoro che non abbiano più come misura unica essenziale di riferimento l’ora di lavoro, che è un attrezzo vecchio. Come si misura l’apporto all’opera, cioè al risultato finale? Se teniamo come riferimento l’ora di lavoro, ci troveremo un freno che blocca la nostra capacità di fare. Credo che sia un tema su cui lavorare». Dura reazione dei sindacati, che hanno cominciato la scorsa settimana una trattativa fra loro per mettere a punto una proposta comune sulla riforma delle regole di contrattazione, con l’obiettivo di evitare l’intervento del governo per una legge che fissi il salario minimo. Una mossa annunciata in passato da Renzi. Il salario minimo per legge, come esiste in molti Paesi, condannerebbe a morte i contratti nazionali di lavoro e il ruolo delle centrali sindacali (ma anche delle associazioni imprenditoriali), ridisegnando le relazioni industriali su base aziendale.
Natale Marco Parma, preside dell’istituto scolastico “Garofani” di Rozzano (classi dall’asilo alle superiori) ha deciso che la festa di Natale diventi festa dell’Inverno e posticipata a fine gennaio, per non urtare le sensibilità di non cristiani (il 20% degli studenti è straniero). La classica Tu scendi dalle stelle sarà sostituita dalle filastrocche di Gianni Rodari e dalle canzoni di Sergio Endrigo. Afonte Nuova, alle porte di Roma, alla materna “Peter Pan” il presepe si farà, ma in versione inedita: senza Gesù, i Re Magi con le sembianze di tre migranti.
Levato Nel processo a carico di Martina Levato e del suo complice, Andrea Magnani, accusati di associazione per delinquere e di una serie di agguati con l’acido compiuti insieme all’amante Alexander Boettcher, il pm ha chiesto per la donna 30 anni di carcere, che diventano 20 per lo «sconto dovuto» in rito abbreviato. Quattordici anni per Magnani. Sulla Levato dice il pm: «Con le sue dichiarazioni manipola la verità e tenta di inquinare le prove, anche quando muove a Magnani accuse al solo scopo di scagionare il suo amante Boettcher».
(a cura di Daria Egidi)