La Stampa, 26 novembre 2015
Sugli sci con l’airbag
Cento millesimi di secondo possono farti vincere (o perdere) quando si gareggia sempre al limite come negli sport dei motori o della neve. Ma possono anche salvarti la vita, per questo lo sci introdurrà nel weekend di Lake Louise, in Canada, una rivoluzione epocale che si chiama airbag. Per la prima volta sabato gli atleti della discesa libera di Coppa del Mondo, e domenica quelli del supergigante, indosseranno una «conchiglia» tecnologica molto simile a quella dei motociclisti, studiata appositamente dalla Dainese che l’ha brevettata. Si colloca sotto la tuta, è stata perfezionata dopo cinque anni di studi e prove con la federazione internazionale del circo bianco e da atleti come Aksel Svindal che, per primo, ha dato la disponibilità a provarla. Dopo i test nella galleria del vento messi a disposizione dall’Austria, nazione leader in questo sport, gli ingegneri della società italiana – anche dopo le polemiche della scorsa stagione – hanno lavorato a lungo per consegnare agli atleti un prodotto super collaudato. «L’airbag è poco invasivo e non dà problemi aerodinamici», assicura Vittorio Cafaggi, responsabile sviluppo progetti.
Austriaci in prima linea
Il salva-vita pesa 80 grammi e in presenza di un trauma violento si apre, appunto, in meno di 100 millesimi. Un po’ incuriosisce gli uomini-jet, un po’ ancora li divide e non solo per problemi di sponsor. Qualcuno rinvierà l’esperimento, perché per ora non è obbligatorio indossarlo, anche se presto potrebbe diventarlo. Lo squadrone austriaco si è schierato compatto a favore, infatti ieri in prova è sceso con il cuscinetto Hannes Reichelt, oro in superG ai Mondiali di Vail-Beaver Creek l’anno scorso, e il campione olimpico della libera di Sochi Matthias Mayer, un bello spot di lancio.
Sviluppo della tecnologia
Tra gli italiani sabato dovrebbe indossarlo Werner Heel, da anni testimonial del progetto, mentre le due stelle Dominik Paris e Christof Innerhofer attenderanno la prossima occasione. «Sono favorevole all’introduzione dell’airbag – spiega il primo –. Scendiamo a velocità elevata in pista e tutto ciò che ci aiuta a sciare in maggior sicurezza è ben accetto ma io non l’ho ancora provato bene». Non lo userà neppure Innerhofer, maniaco nella preparazione e nella ricerca della tecnica: «I dettagli fanno la differenza in gara. Si vince solo se tutto va alla perfezione. Non userò l’airbag perché non l’ho ancora sperimentato bene e per uno come me è impensabile introdurre una novità se non ben collaudata». Lo sci riparte dalla «conchiglia» bianca sotto la tuta e la stagione, che non ha in calendario eventi importanti come Mondiali e Olimpiadi, è la più adatta alla sperimentazione. Chiosa il capo allenatore della Nazionale maschile Max Carca: «Gli atleti si abitueranno, la tecnologia avrà una parte sempre più importante nello sci».