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 2015  novembre 26 Giovedì calendario

La Germania sosterrà militarmente la Francia inviando 650 soldati in Mali • Il primo viaggio in Africa di Papa Francesco • Per il Giubileo vietati a Roma centurioni e risciò • Arriva il braccialetto anti stalker • L’avvocatessa uccisa dal marito nel giorno contro la violenza sulle donne • Il ladro ucciso dal commerciante di Rodano era un ergastolano albanese evaso due volte

 

Mali La Germania sosterrà militarmente la Francia inviando fino a 650 soldati in Mali. Lo ha assicurato ieri la cancelliera tedesca Merkel al presidente francese Hollande: «Non potremo sconfiggere l’Isis con le parole, ci vorranno degli strumenti militari». Si tratta di un aiuto importante, ma indiretto, allo sforzo bellico francese in Medio Oriente: i 650 soldati tedeschi parteciperanno alla missione Minusma delle Nazioni Unite in Mali, e questo potrebbe permettere alla Francia di liberare energie da impiegare sul fronte decisivo dei bombardamenti aerei contro lo Stato islamico in Siria e Iraq. Il presidente François Hollande è impegnato da lunedì in un tour de force diplomatico nel tentativo di costituire la grande «coalizione militare unica» che serve per «distruggere lo Stato islamico». Lunedì Hollande ha visto il premier britannico David Cameron, martedì il presidente Usa Barack Obama, ieri Merkel, questa mattina riceve all’Eliseo il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi prima di volare nel pomeriggio a Mosca a incontrare Vladimir Putin. Dopo i 130 morti di Parigi la Francia è determinata, ma non tutti i suoi alleati sembrano pronti a seguirla nella guerra (Montefiori, Cds).

Francesco 1 Ieri papa Francesco è arrivato in Kenya, Paese colpito dalle ripetute stragi jihadiste dei somali di Al-Shebab, i responsabili dell’eccidio di 148 studenti cristiani nell’università di Garissa, il 2 aprile; domani la partenza da Nairobi verso l’Uganda; e domenica l’ultima tappa nella Repubblica Centrafricana, devastata da quasi tre anni di guerra civile tra milizie musulmane e cristiane. Gliel’hanno sconsigliato, ma Francesco è pronto ad aprire domenica la porta santa della cattedrale di Bangui, un anticipo del Giubileo della misericordia, e vuole andare lunedì nella moschea di un quartiere dove i cristiani non possono mettere piede. A Nairobi lungo la strada dall’aeroporto si vedevano migliaia di persone e cartelli di benvenuto in swahili, «Karibu papa Francis!», per le strade della città il governo aveva dispiegato diecimila agenti. Nel discorso alla State House, davanti al presidente Uhuru Kenyatta, Francesco ha detto fra l’altro: «L’esperienza dimostra che la violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione» (Vecchi, Cds).

Francesco 2 Ai giornalisti che in aereo gli chiedevano se avesse paura per la sua sicurezza, il Papa ha risposto: «La sola cosa di cui ho paura sono le zanzare, ma mi hanno già dato uno spray: mi raccomando, usatelo anche voi!» (ibidem).

Giubileo Firmati ieri dal commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, tre provvedimenti contro fenomeni «dannosi e potenzialmente pericolosi in occasione del Giubileo straordinario». Il primo provvedimento stabilisce il divieto di «qualsiasi attività che preveda la disponibilità a essere ritratto come soggetto in abbigliamento storico in fotografie o filmati dietro corrispettivo in denaro». Niente più centurioni al Colosseo con scudi di plastica e creste sull’elmo, insomma, pronti per le foto con giapponesi e americani in cambio anche di dieci o venti euro: «Agiscono frequentemente con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive» è scritto nell’ordinanza di Tronca. La seconda ordinanza è contro i risciò che, moltiplicati da poche unità a un centinaio nell’ultimo anno, dalle zone pedonali dei Fori Imperiali si lanciano nel traffico di piazza Venezia per dirigersi (spesso contromano) in piazza di Spagna e Fontana di Trevi o tra i numerosi bus di corso Vittorio verso San Pietro e il Vaticano. Infine la terza ordinanza stabilisce «il divieto di svolgere in maniera ambulante l’attività su suolo pubblico di intermediazione e promozione di tour turistici e vendita di biglietti per l’accesso a musei e siti di interesse storico, artistico o culturale, in quanto attività lesive anche dei principi di leale concorrenza commerciale». È lo stop allo sciame di promotori tra cui gli illegali «saltafila» per l’entrata ai Musei Vaticani. I tre provvedimenti prevedono per i trasgressori una multa di 400 euro e il «sequestro amministrativo del materiale utilizzato dai figuranti» nel caso dei centurioni o la confisca dei beni nel caso di risciò e venditori ambulanti (Pelati, Cds).

Gps Annunciato, per difendere le donne dagli stalker, un nuovo progetto finanziato dal ministero dell’Interno e previsto dal nuovo Codice di procedura penale dal 2013. Venti coppie, scelte dai magistrati, verranno dotate di un nuovo dispositivo tecnologico: un Gps e una cavigliera al compagno indagato o condannato per violenza — che così potrà evitarsi il carcere o gli arresti domiciliari — e una sorta di telefonino alla donna con un pulsante per chiamare aiuto, direttamente collegato con gli inquirenti. In questo modo si tiene sempre sotto controllo la persona violenta, che non può avvicinarsi all’ex compagna senza far scattare l’allarme. Il salvavita satellitare è usato in Spagna da dieci anni dove ha dato risultati molto positivi: il 100 per cento delle coppie non ha registrato aggressioni e così ora sono più di 1.500 i kit cavigliera in terra iberica (Pasolini, Rep).

Delitto Raffaella Presta, 40 anni. Avvocato del foro di Perugia specializzata in diritto di famiglia, «forte, bella, solare», madre di un bambino di sei anni, sposata con Francesco Rosi, 43 anni, agente immobiliare. Costui, geloso al punto che prima dell’estate l’aveva costretta a lasciare lo studio legale in cui lavorava, spesso la picchiava e il giugno scorso, a forza di botte, le aveva rotto un timpano. Lei, però, non l’aveva mai denunciato. L’altro pomeriggio, durante l’ennesima lite, l’uomo imbracciò una doppietta da caccia e le sparò un colpo dritto in pancia. Quindi chiamò i carabinieri: «Ho fatto qualcosa di grave a mia moglie». Poco prima delle 16 di mercoledì 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, in una villa in via Bellocchio 1, a un passo dalla stazione ferroviaria di Perugia.

Ergastolano Il ladro ucciso a Rodano, nel Milanese, dal commerciante di gioielli Rodolfo Corazzo, 59 anni (vedi Fior da fiore di ieri) era Valentin Frrokaj, 37 anni, albanese, assassino, condannato all’ergastolo ma evaso due volte: la prima volta, nel 2013, dal carcere di Parma, la seconda dal carcere Pagliarelli di Palermo, il 7 maggio 2014, calandosi con un lenzuolo. I due complici di Gjoni sono ancora in fuga. Si dice che siano tornati in Albania con la protezione di un uomo influente nella comunità albanese di Milano, un imprenditore forse vicinissimo anche a Frrokaj. Martedì hanno agito in tre. L’ergastolano è morto nel conflitto a fuoco sulle scale che portano al garage della villa: «Ho preso la pistola quando ho capito che volevano altro. Ma io avevo già consegnato tutto» ha raccontato Rodolfo Corazzo al pm Grazia Colacicco. Il commerciante, assistito dal legale Pietro Porciani, per il momento non è indagato. Il procuratore aggiunto Alberto Nobili ha chiarito che la ricostruzione dei carabinieri e le testimonianze raccolte fanno pensare alla «legittima difesa». Corazzo, dopo aver sparato un colpo contro il muro per intimorire i rapinatori, è stato sfiorato dai proiettili esplosi da Frrokaj con una 357 Magnum rubata dalla sua collezione. Poi altri due spari, e l’albanese ferito al cuore. In Procura non viene esclusa un’iscrizione nel registro degli indagati per il commerciante. Ma a scopo cautelativo. Per dare la possibilità al suo legale di nominare consulenti in vista dell’autopsia (A. Ga. e C. Giu., Cds) [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

(a cura di Roberta Mercuri)