la Repubblica, 26 novembre 2015
Il commento alla Champions di Gianni Mura
Alla Juve basterà non perdere a Siviglia per chiudere in testa al girone, così da evitare Barcellona, Bayern e altri grattacapi prematuri. S’è vista una Juve forte e compatta, non bellissima ma estremamente concentrata sull’obiettivo. Un mix di polmoni, cuore e cervello. Un mix che funziona, in Europa più che in Italia. Potrebbe essere la riprova che, nella maggioranza delle teste juventine, ci sia più spazio per la Champions che per il campionato. Come se la finale di Berlino, persa onorevolmente col Barça, avesse strizzato un occhio da semaforo verde, o almeno da “possiamo provarci”. La Juve ha vinto sul piano del collettivo e avrebbe vinto con più margine se le avesse dato una mano Morata, il meno sensibile al collettivo. Per quanto a volte sembri una collezione di figurine (45 milioni per Otamendi, suvvia), il City è una squadra matta, capace di tutto e del contrario di tutto. La Juve, sia all’andata che al ritorno, l’ha battuta e non è cosa di tutti i giorni. Ieri,a un certo punto, sarebbe servito un cambio a centrocampo, ma in panca Allegri aveva solo Lemina. Ha dovuto giostrare le punte e chiedere sacrificio. Ottenuto, e festa sia. Raramente una partita di Champions si accende a ritmi alti dopo pochi minuti. Ci si studia, si aspetta, si provano dei colpi d’assaggio, si cerca di aggirare. Ieri nulla di tutto questo. Grandi spazi verticali, da una parte e dall’altra, e attacchi convinti. Con più effettivi il City, con meno la Juve che però deve aver fatto a Mandzukic una terapia a base di peperoncino. L’attaccante che aveva un’idea di calcio ispirata dal gruppo marmoreo di Laocoonte si muove molto, torna anche in copertura e, cosa più importante, la mette dentro al volo, di destro, dopo aver allontanato con una manata il suo marcatore, Otamendi. Poco più d’un quarto d’ora e la partita si mette come sperava Allegri. Ora tocca al City scoprirsi. La Juve si chiude, senza rinunciare al contrattacco, ricorrendo a lunghi lanci dalla difesa o alle incursioni dei difensori. È così che Liechtsteiner va vicino al 2-0. Ma anche il City all’1-1, su sciaguratissimo passaggio all’indietro di Marchisio che è un assist per Aguero. Buffon ci mette una pezza, due volte. È la Juve meno brillante, in questa fase che prosegue. Palo di Fernando di testa, poi Buffon salva su Touré. Se non vuole brutte sorprese, la Juve deve svegliarsi. È così che Barzagli s’inventa un lancio alla Pirlo per Morata, che sbaglia di poco il pallonetto. Sturaro in scivolata, palo esterno. Partita all’inglese, molta corsa, si esalta Chiellini ma tutta la linea difensiva fa il suo dovere. Alex Sandro, al terzo assist, anche come attaccante aggiunto. Non serve al City il cambio di Aguero, giù di tono, con Sterling, che sciupa un’ottima occasione. Ma la Juve è viva e ardente, Cuadrado potrebbe raddoppiare ma già l’1-0 è garanzia di qualificazione.