Corriere della Sera, 26 novembre 2015
Angela Merkel manderà 650 soldati tedeschi in Mali per aiutare l’esercito francese
A gennaio l’immagine di Angela Merkel che all’Eliseo posa la testa sulla spalla di François Hollande, dopo gli attentati di Charlie Hebdo e del supermercato kosher, aveva riassunto l’emozione e l’amicizia tra i due Paesi.
Ieri la cancelliera è dovuta tornare a Parigi per testimoniare ancora una volta la vicinanza della Germania dopo i massacri dei terroristi, e oltre alla rosa deposta in place de la République in omaggio alle vittime ha portato stavolta l’annuncio dei rinforzi militari: 650 soldati tedeschi si aggiungeranno ai 200 già presenti in Mali, per aiutare l’esercito francese che da oltre due anni è presente nel Paese africano.
Si tratta di un aiuto importante, ma indiretto, allo sforzo bellico francese in Medio Oriente: i 650 soldati tedeschi parteciperanno alla missione Minusma delle Nazioni Unite in Mali, e questo potrebbe permettere alla Francia di liberare energie da impiegare sul fronte decisivo dei bombardamenti aerei contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.
Il presidente François Hollande è impegnato da lunedì in un tour de force diplomatico nel tentativo di costituire la grande «coalizione militare unica» che serve per «distruggere lo Stato islamico». Lunedì Hollande ha visto il premier britannico David Cameron, martedì il presidente Usa Barack Obama, ieri Merkel, questa mattina riceve all’Eliseo il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi prima di volare nel pomeriggio a Mosca a incontrare Vladimir Putin. Dopo i 130 morti di Parigi la Francia è determinata, ma non tutti i suoi alleati sembrano pronti a seguirla nella guerra.
«Non potremo sconfiggere l’Isis con le parole, ci vorranno degli strumenti militari», ha ammesso la cancelliera durante la conferenza stampa all’Eliseo. Concretamente però, a parte il Mali, la ministra della Difesa tedesca Ursula Van Der Leyden potrebbe portare da 100 a 150 gli uomini incaricati di formare le truppe peshmerga curde.
Non molto, per un Paese che era anch’esso bersaglio dei kamikaze allo Stade de France durante Francia-Germania, e che stava per subire a sua volta un attentato a Hannover in occasione della partita poi annullata Germania-Olanda (secondo Stern furono i servizi israeliani ad avvertire dell’attacco imminente).
L’opinione pubblica tedesca è contraria a una partecipazione alla guerra, così come lo è il Bundestag, senza il cui via libera Merkel non può inviare aerei in Siria. Al di là delle dichiarazioni solenni, in questo momento le priorità di Francia e Germania sono divergenti: lotta al terrorismo per Parigi, crisi dei rifugiati per Berlino. Nell’intento di avvicinare le posizioni, i ministri dell’Economia Emmanuel Macron e Sigmar Gabriel hanno lanciato un’iniziativa comune proponendo un fondo di 10 miliardi per finanziare più controlli alle frontiere e l’accoglienza ai migranti.