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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Ora Volkswagen è indagata anche per evasione fiscale (è una questione di bolli)

Lo scandalo dei motori Volkswagen “truccati” per eludere i test sulle emissioni inquinanti potrebbe allargarsi a un’indagine per evasione fiscale. Il procuratore della repubblica di Braunschweig, Klaus Ziehe, ha reso noto di aver aperto un’inchiesta formale nei confronti di Volkswagen anche per evasione fiscale in relazione ai dati truccati delle emissioni di CO2; si tratta di un procedimento supplementare aperto nei confronti di cinque accusati che «provengono dalla sfera di Volkswagen».
Sui falsi dati di CO2 la procura indaga già da diverse settimane per sospetta frode; l’accusa di evasione fiscale deriva dal fatto che in Germania le emissioni di CO2 sono uno dei parametri su cui viene calcolata l’imposta di circolazione dell’auto. L’ammontare dell’evasione, imputabile all’azienda e non ai proprietari delle auto, è nell’ordine dei «milioni di euro».
Audi, controllata da Volkswagen, ha intanto ammesso che sui motori di altre 85mila vettire è stato installato un software che negli Usa è considerato illegale. Dopo le anticipazioni della «Frankfurter Allgemeine Zeitung», nella tarda serata di ieri l’azienda ha dichiarato di aver «sbagliato» non rispettando l’obbligo di comunicare alle istituzioni Usa l’utilizzo del cosiddetto auxiliary emissions control device (Aecd), ossia l’apparecchiatura ausiliaria di controllo sulle emissioni. Il caso riguarda modelli Audi, Vw e Porsche con motori diesel a tre litri V6 prodotti da Audi e venduti dal 2009 ad oggi. Ieri un’organizzazione ecologista tedesca, Deutsche Umwelthilfe, ha intanto accusato la Renault Espace di produrre nell’utilizzo reale emissioni di ossidi di azoto da 13 a 25 volte superiori rispetto alle norme Euro6. La casa francese ha ribattuto alle accuse affermando che «Espace, come tutte le sue auto, rispetta le regole in vigore» e che «le procedure di test utilizzate dalla Du (quelle dell’Università di Berna) non sono tutte conformi alle regole europee». Il punto del contendere, sullo sfondo, resta sostanzialmente lo stesso: le auto rispettano i limiti alle emissioni nelle condizioni fissate dai test, ma non necessariamente nelle condizioni di guida reale.