Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2015
«La musica è meglio della scienza». Parola di Renzo Arbore, di cui esce un’autobiografia
Uno sbrilluccichio ininterrotto di incontri enciclopedici, improvvisazioni, improntitudini e risate. In E se la vita fosse una jam session? curato per Rizzoli da Lorenza Foschini, Renzo Arbore racconta della sua e di mille altre vite che quello sguardo vispo dal candore intrepido ha incrociato tra Foggia, Napoli, Roma e il mondo intero. Senza aver mai avuto diari. E senza neanche un indice dei nomi. Quasi ottant’anni tra orchestre di emozioni, battesimi del fuoco e innocenti evasioni. Altro che Amnesty International. Eppure dice:
«Una vita meravigliosa?.. Non lo so. Non ho indugiato sulle sofferenze, perché non voglio affliggere il pubblico ma è chiaro che ho avuto le mie belle malinconie».
Adesso però sorride se qualcuno le chiede cosa farebbe se lo invitassero a far di nuovo televisione, con un brano di Ella Fitzgerald…
«Accetterei, solo a patto che si tratti della sigla…»
La verità è che da grande vuole ancora fare l’artista…
«Malgrado tutto quello che si vede, la televisione è arte. La si può realizzare anche con fiction, intrattenimento e informazione. Bisogna svincolarsi dall’arroganza del mercato e ritirar fuori la creatività italiana».
La sua alternativa sarebbe stata la magistratura…
«Ho studiato i codici per sette anni perché facendo il musicista venivo regolarmente bocciato. Ma ritengo che giudicare il prossimo sia mestiere nobile quanto quello di curarlo».
Berlusconi, dal quale poi fu tampinato e corteggiato invano, si complimentò pensando che in tv sbugiardasse i giudici…
«Nel Processo a Sanremo facevo il magistrato, sfoggiando con ironia la conoscenza di articoli di legge».
Scrive che non hai mai temuto di pronunciare la parola “borghese”.
«Riconosco di far parte di una borghesia sana e purissima. Leggevo gli articoli di Antonio Siberia, che ho scoperto poi essere Montanelli: uno dei giornalisti che ho avuto il privilegio di conoscere e ha formato la mia educazione».
Con Monicelli e Zeffirelli si divertiva a svelare ipocrisie di sinistra…
«Distinguevo i comunisti sinceri, come Carlo Lizzani, da quelli che rincorrevano una moda. Ero silente come Fellini, ma sapevo che sarebbe finita così. Con quei terribili Anni Settanta».
Molti non sanno però che l’Orchestra italiana è nata grazie a Gorbaciov…
«Mi dissero che Raissa voleva ascoltare musica napoletana e mi accorsi che, tranne Murolo con una chitarrina, non esisteva orchestra che riproponesse le canzoni antiche che i tenori portavano nel mondo».
Con Meno siamo meglio stiamo scelse un titolo che onora una citazione morettiana…
«Democratico fino al midollo, alla mia età confesso che dalle minoranze sono attratto, perché potrebbero diventar maggioranze o, in queste, confluiscono come avanguardie».
È attratto anche dai maghi, di cui mise in pratica un suggerimento…
«Credo solo nell’intuizione di chi analizza situazioni meglio di altri. Da sempre predico l’importanza del positive thinking. Tutti i miei programmi televisivi, e il film sul Papa, sono stati salti nel buio. Indietro Tutta un triplo salto mortale».
Con la musica ragione sociale delle trasmissioni. E le donne?
«Uomini, donne o gay sono tutti uguali. Conta la persona».
Però lei per primo rilevò la miseria dei ruoli assegnati alla donna…
«Fino ad allora erano solo vallette. Ma le femministe non mi davano retta perché consideravano la tv una cosa popolare e innocua. Poi con L’altra domenica, qualcuno notò le donne parlanti».
Quando Craxi le propose di dirigere Rai2, lei rispose picche. Poi divenne direttore di Rai International e RadioRai rifiutando autista e auto blu. E tre mesi dopo si dimise.
«Ho subito molte sconfitte. Ma il fallimento di Rai International è stato quello per cui ho sofferto di più. Mi appassionava far conoscere il nostro paese agli stranieri che amano il gusto e la cultura italiana».
Si direbbe che continui a farlo però, come pochi mesi fa al Cremlino, un concerto davanti a seimila persone…
«La considero la missione dell’ultima stagione della mia vita. Per questo credo che Internet sia un dono della Provvidenza ed è nata renzoarborechannel.tv».
E contro l’invidia consiglia l’esperienza del Vangelo…
«Il porgi l’altra guancia o il non ti curar di loro. Mai usare l’arte del rintuzzo. Che domina nei talk. Mi piace molto una frase milanese: Vai avanti».
…con un continuo concerto improvvisato. E se la musica non piacesse, come la spiegherebbe la vita?
«La musica è un tantino addirittura oltre la scienza: collante tra razze e generazioni. Contiene sintonia, armonia, ritmo e fantasia: ingredienti necessari nei rapporti tra le persone. Come si fa a spiegare una vita senza la musica?»,