Libero, 25 novembre 2015
Il caso marò finora c’è costato 11 milioni di euro
Non meno di 11 milioni di euro: tanto è costata al contribuente la storia dei marò. Le cifre, ricavate da documenti ufficiali, comprendono le spese legali sostenute per la difesa dei due fucilieri di Marina, che ad oggi ammontano a circa 10 milioni e 300mila euro e le indennità corrisposte per mantenere Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in India, pari, allo stato attuale, a 639mila euro (6mila euro per militare al mese).
A questi sono da sommare altri costi che inevitabilmente la Difesa e gli Esteri si sono dovuti accollare: voli dei familiari dei due marò, degli ufficiali preposti al loro caso, dell’ambasciatore, ma anche le eventuali spese mediche, visto che entrambi i fucilieri hanno avuto problemi di salute (Latorre è stato colpito da ictus cerebrale e Girone da febbre Dengue). Risulta che tra voli, alberghi e altri rimborsi, si sia raggiunta una cifra di almeno 180mila euro.
Ma non è finita, perché la Farnesina, nel periodo in cui aveva nominato l’inviato speciale per l’India Staffan De Mistura, gli ha corrisposto circa 3.200 euro mensili nel corso del 2013, ovvero sotto il governo di Enrico Letta e 5mila euro nei primi mesi (fino ad aprile) del 2014, mese in cui è terminato il suo incarico. Nessun altro compenso o emolumento è stato versato, ma c’era un accordo per un compenso di mille euro mensili ad Andrea Angeli, segretario particolare di De Mistura anche precedentemente al caso della Lexie, soldi peraltro non ancora liquidati. Angeli, a differenza di altri, ha sempre sfruttato voli militari, tra cui quelli di collegamento con l’Afghanistan, pagando solo i circa 150 dollari per l’aereo da Al Bateen a New Delhi.
Le spese sostenute per De Mistura e i suoi collaboratori risultano essere tra le più irrisorie di tutta questa storia. Per i soli primi 4 mesi del 2013 è stata inoltre alle sue dipendenze anche una segretaria interna del ministero degli Affari esteri. Una cifra che fa capire come gli sbagli dei vari governi che si sono succeduti nei tre anni di fermo forzato dei due militari del San Marco, abbiano portato all’ennesimo esborso di soldi pubblici. Peraltro, negli oltre 11 milioni di euro, non si considerano i danni morali che Latorre, Girone e le loro famiglie hanno dovuto subire a causa dell’incapacità di chi non ha saputo dimostrare la loro innocenza e riportarli a casa prima che la situazione precipitasse. Soldi che è stato doveroso spendere, ma che fanno capire che, in termini di risparmio, non solo economico, ma soprattutto fisico e morale, l’Italia avrebbe guadagnato moltissimo se fosse riuscita con competenza a riportarli subito a casa senza inutili perdite di tempo. Certo è che il governo Renzi si è trovato di fronte a una situazione già avviata e che ha cercato di porvi rimedio attraverso trattative che hanno preceduto l’avvio dell’iter dell’arbitrato internazionale e che non hanno dato i loro frutti, ma che hanno comunque avuto un costo. E un costo lo hanno avuto anche i viaggi dei vari ministri e politici che più volte sono volati in India per far visita ai due fucilieri di Marina. Questi viaggi sono avvenuti quasi esclusivamente attraverso voli di Stato, di solito molto costosi, sicuramente più che un normale volo di linea.
Unica spesa che, stranamente, non è compresa tra quelle contenute nella documentazione ottenuta da fonti vicine alla Difesa, risulta essere quella di un eventuale viaggio del premier Matteo Renzi a New Delhi per andare a far visita a Salvatore Girone o a Taranto per incontrare Massimiliano Latorre. Il capo del governo predilige, a quanto pare, i viaggi in America per vedere le finali di tennis di due sportive connazionali che non quelli per andare a dare supporto morale a due servitori della Patria che sono stati accusati ingiustamente di aver sparato e ucciso a due pescatori indiani che si trovavano a bordo del peschereccio St Antony. Peraltro, ai costi sopra citati, vanno aggiunti anche quelli morali e in termini di sicurezza a carico dei militari italiani che, dopo la storia dei due fucilieri di Marina, si sentono in una situazione di precarietà. Un prezzo sicuramente troppo alto da pagare e che è nettamente maggiore di tutti i soldi spesi per Latorre e Girone.