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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Borse, dopo l’abbattimento del jet russo Mosca perde il 3,1 per cento mentre il Brent sale del 2,9

La notizia dell’abbattimento di un jet russo sul confine siriano da parte della Turchia, unita a un dollaro più debole a sostegno dei prezzi della materie prime, spinge le quotazioni del petrolio. L’evento ha alimentato i timori degli investitori circa la situazione sempre più tesa in Medio Oriente, la principale regione produttrice di petrolio al mondo. «La notizia dello schianto in Siria di un velivolo militare ricorda che in Medio Oriente persistono rischi sostanziali», ha commentato Bjarne Schieldrop, analista del mercato delle materie prime presso Seb Markets. Il segretario Nato, Jens Stoltenberg, ha lanciato un appello alla «calma e alla de-escalation» pur riconoscendo le ragioni dell’alleato turco, ma il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’abbattimento del jet, «una coltellata alle spalle» e ha aggiunto che questa vicenda «avrà serie ripercussioni sui rapporti tra Mosca e Ankara»
Tra Ankara e Mosca la tensione è subito salita alle stelle, innervosendo i mercati, quasi tutti con ribassi dell’ordine dell’1,5%. Anche Wall Street a metà seduta era in territorio negativo nonostante la revisione al rialzo, al 2,1%, della crescita del pil degli Usa nel terzo trimestre. E la borsa di Mosca, su cui hanno un peso preponderante i titoli energetici, ha lasciato sul parterre il 3,1%.
Il Brent, il riferimento del mercato, ha registrato un aumento del 2,93% a 46,15 dollari al barile sull’Ice Futures di Londra. Sul New York Mercantile Exchange, i future sul West Texas Intermediate scambiavano in rialzo del 2,92% a 42,97 dollari al barile. I prezzi sono stati sostenuti anche da un dollaro più debole nella giornata di ieri. Il Wall Street Journal Dollar Index, che traccia il dollaro in riferimento a un paniere di altre valute, era salito dello 0,1% nella giornata di lunedì. Tenendo conto del fatto che il petrolio è nominato in dollari, diventa più costoso per i titolari di altre valute nel momento in cui il dollaro si apprezza. Le osservazioni dall’Arabia Saudita, che si è detta pronta a collaborare con gli altri produttori per sostenere il mercato, hanno accresciuto il sentiment rialzista. L’agenzia di stampa saudita controllata dallo Stato ha ribattuto la dichiarazione dell’esecutivo che si è professato pronto a lavorare con i membri dell’Opec, e i Paesi esterni al cartello, al fine di mantenere la stabilità del mercato. Tuttavia, gli analisti sono scettici sulla volontà di Riyad di ribaltare la propria politica sulle quote di mercato. Lo scorso anno l’Opec si era imbarcata in una strategia che punta sul mantenimento di un elevato livello di produzione nel tentativo di difendere, e di acquisire, quote di mercato. «Potrebbero essere solo promesse vane», ha commentato Daniel Ang, analista del settore presso Phillip Futures. «In definitiva, finché non sarà affermato nulla di concreto, teniamo il piede sul freno prima di scommettere su una corsa rialzista dei prezzi».
 
Nel frattempo il petrolio continua a patire il surplus di offerta che inonda il mercato. Con l’Opec e gli altri grandi produttori come la Russia che continuano a pompare greggio a livelli record, gli analisti prevedono che il disallineamento tra domanda e offerta, che ha martoriato i prezzi dallo scorso anno, proseguirà anche nel 2016. Le aspettative di un dollaro più solido avranno un effetto ribassista sulle quotazioni del petrolio nel contesto di un atteso aumento dei tassi di interesse in occasione della prossima riunione di dicembre della Fed. «Indipendentemente dalle dichiarazioni dell’Arabia Saudita, continuiamo a pensare che la quotazione del petrolio incontrerà delle difficoltà nella prima metà del 2016 che sarà caratterizzata dall’aumento dei tassi e da un dollaro probabilmente più forte», ha affermato Schieldrop. I dati ufficiali della Us Energy Information Administration saranno pubblicati nella giornata di oggi, ma gli analisti stimano un ulteriore incremento delle scorte. Il benchmark sulla benzina scambiato sul Nymex ha guadagnato l’1,3% attestandosi a 1,30 dollari al gallone. Il future sul gasolio è cresciuto del 2,1% a 1,4025 al gallone.