Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2015
Dal 13 novembre è triplicato il numero di francesi che chiede di arruolarsi nell’esercito
«I giovani che si rivolgono a noi spiegano che non possono restare senza fare niente, che vogliono sentirsi utili. Non mi sembra che siano solo spinti dall’emozione del momento, hanno maturato la loro scelta. Gli attentati però li hanno convinti a fare il passo e a chiamarci».
Dal 13 novembre il numero di domande per arruolarsi nell’esercito è stato moltiplicato per tre al Centro di informazione e reclutamento dell’Esercito (Cirfa) di Meaux. «Per un piccolo centro come il nostro ricevere 25 domande spontanee in pochi giorni è un dato davvero straordinario», ci spiega il maresciallo maggiore, di cui per motivi di sicurezza daremo solo il nome, Dominique. Il dato che si registra in quest’ultima settimana con sorpresa a Meaux, un comune di 53mila abitanti nella periferia nord est di Parigi, dipartimento della Seine-et-Marne, è uno dei fenomeni, per così dire, collaterali della strage del Bataclan.
È la nuova “generazione attentati” che vive con la minaccia del terrorismo e non se la sente di restare con le mani in mano e vuole servire la Francia battendosi contro il jihad. Sul piano nazionale, dagli attentati ad oggi, più di 1.400 internauti si sono rivolti in una settimana a uno dei 45 Cirfa sparsi per la Francia per chiedere informazioni sulle procedure di arruolamento passando per il sito sengager.fr, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio di reclutamento. In tempi normali, le domande non superano le 200-300 a settimana. Le telefonate al call center dell’Esercito si sono moltiplicate per dieci.
In alcuni Cirfa più grandi di quello di Meaux i consiglieri sono letteralmente sommersi dalle richieste. A Pau sono passati da 40 a 60 domande settimanali, a Nantes ne sono state registrate 200, a Montpellier 150. Dall’ufficio della comunicazione dell’Esercito ci spiegano che è troppo presto per quantificare, ma alcune fonti parlano di più di 150mila contatti da sabato ad oggi. Slancio patriottico di breve durata o vera vocazione per la carriera militare?
Un fenomeno simile era stato già registrato a gennaio dopo gli attentati a Charlie Hebdo, ma non con una tale intensità. Tanto che solo ora Eric de Lapresle, capo dell’ufficio marketing e comunicazione dell’Esercito, ha parlato di fenomeno «senza precedenti». Non sono solo i giovanissimi ad essersi rivolti al Cirfa di Meaux. La fascia d’età varia tra i 17 e i 40 anni. E ci sono anche donne (che rappresentano il 14% del personale dell’Esercito francese).
«Tra loro non manca chi ha già lavorato nell’esercito in passato, e ora desidera arruolarsi di nuovo. E diversi chiedono di mettersi a disposizione per la riserva. Il mio ruolo – racconta il maresciallo maggiore Dominique – è ascoltare le aspettative e spiegare cosa noi chiediamo ai volontari. Tutti quelli con cui ho parlato sanno quello che vogliono, ma la trafila per arruolarsi è lunga e non tutti arriveranno alla fine». I candidati dovranno sottoporsi a test fisici, psicologici, cognitivi prima di firmare un contratto. Dopo gli attacchi al Bataclan, il presidente Hollande ha confermato 16mila nuove assunzioni nel 2016.