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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Il Giubileo sarà finanziato con i tagli ai ministeri

Ben 765 milioni in più per il 2015, a cui se ne aggiungono 400 per rifinanziare la cassa integrazione in deroga. Vale quasi 1,2 miliardi per quest’anno il decreto legge del governo destinato a fronteggiare le esigenze del Giubileo e quelle di altri territori, a partire da Milano dove verranno riqualificate le aree dell’Expo. Il rilevante sforzo finanziario avrà una coda il prossimo anno con 129 milioni e infine nel 2018 con altri 30. Una parte consistente di questi soldi il governo li trova prosciugando i fondi dei ministeri per questo scorcio di anno, sulla base di un delicatissimo allegato che prevedibilmente subirà ritocchi fino all’ultimo momento. Ieri il testo, sulla carta approvato dal governo oltre dieci giorni fa, è stato approntato per l’invio al Quirinale; ma l’assenza da Roma del capo dello Stato ritarderà ancora di un giorno o due la firma e la conseguente pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
FERROVIE E SANITÀ
Per l’ormai imminente Anno Santo viene costituito un fondo di 94 milioni per il 2015 e di 65 per il successivo, con possibilità di spendere nel 2016 anche le risorse in precedenza non utilizzate. Serviranno a realizzare i necessari interventi in particolare sul fronte della mobilità, del decoro urbano e della riqualificazione delle periferie. Ma un’altra discreta dote è riservata alla Regione Lazio per le materie di sua competenza, ovvero il servizio ferroviario da e verso la stazione San Pietro e la sanità da potenziare: si tratta di 17 milioni per la prima voce e di 30 per la seconda, dunque 47 in totale. Un ulteriore finanziamento aggiuntivo, 3,8 milioni per quest’anno e 14,3 nel 2016, servirà a incrementare di 1.500 unità le forze che vigilano sulla sicurezza dell’evento.
Anche per quel che riguarda l’Expo le risorse sono suddivise in base a finalità differenti: 50 milioni saranno usati per la valorizzazione delle aree in uso alla società Expo, ed in particolare per la partecipazione dello Stato al capitale, mentre 80 andranno come primo contribuito all’Istituto italiano di tecnologia che dovrà avviare nella zona un progetto scientifico e di ricerca.
Una consistente quantità di fondi prenderà la via della Campania: 50 per la bonifica del comprensorio di Bagnoli e 150 (di cui però 80 restano per ora alla presidenza del Consiglio) per risolvere – si spera definitivamente – l’emergenza rifiuti, in attuazione delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Altri stanziamenti andranno al Comune di Reggio Calabria, al piano per il made in Italy, ai collegamenti aerei per la Sardegna, alle metropolitane nelle città, al servizio civile, al cinema, agli impianti sportivi nelle periferie e all’edilizia residenziale pubblica.
LA CASSA INTEGRAZIONE
Capitolo a parte è quello del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, necessario per affrontare le crisi aziendali ancora aperte: ci sono 400 milioni che saranno presi dalle risorse in precedenza destinate alla salvaguardia previdenziale dei cosiddetti esodati e poi non spese.
Al di là di quest’ultima voce, che si finanzia da sola, il conto degli interventi nei vari territori graverà soprattutto sui ministeri, per un importo che sfiora i 500 milioni. Ma la somma è in realtà ancora più imponente di quanto non appaia, considerato che si tratta di risorse sottratte ai bilanci quando manca praticamente un mese alla fine dell’anno. Altre coperture sono ottenute attraverso una sforbiciata su singole autorizzazioni di spesa e sui fondi di riserva del bilancio dello Stato.
Infine il decreto comprende altre due norme: la prima provvede a revocare i finanziamenti ad una serie di opere pubbliche ancora non attuate, la seconda toglie agli interventi per gli aeroporti il carattere di infrastrutture strategiche. L’impatto finanziario di queste due novità non è per ora precisato ma potrebbe comunque confluire nella copertura complessiva.