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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Pio X, il santo papa Sarto che approvò la guerra alla Serbia

Nel 1950 Pio XII ha proclamato santo papa Sarto. Dovrebbe essere una dichiarazione che Pio X è stato un uomo di enorme bontà. 
Da quello che ho letto sulla sua vita, resterebbe qualche dubbio. L’antimodernismo spinto non presupporrebbe di per sé cattiveria, ma per stanare i modernisti quel Papa si era servito anche di spie. Un’ombra poi lascerebbe il giornalista René Payot che riferisce che il 24 luglio 1914 il Papa avrebbe incoraggiato le potenze centrali a fare guerra alla Serbia. È possibile che avesse un atteggiamento che era così contrastante con quello del suo successore Benedetto XV? 
Antonio Fadda

Caro Fadda, 
L’articolo di René Payot (un giornalista svizzero molto stimato) apparve su Le Journal del 30 aprile 1919 e coincise con una fase cruciale della conferenza della pace: l’arrivo della folta delegazione tedesca (180 persone) a cui gli Alleati avrebbero comunicato le condizioni del Trattato e, in particolare, la clausola che attribuiva alla Germania l’intera responsabilità del conflitto. Con un editoriale che portava acqua, indirettamente, al molino dei più intransigenti accusatori, Payot rivelava il contenuto di una conversazione che aveva avuto luogo in Vaticano, il 24 luglio 1914, fra Pio X, il suo segretario di Stato Rafael Merry del Val e Otto von Ritter, ministro della Baviera presso la Santa Sede. Sappiamo che Ritter aveva comunicato a Monaco il contenuto dell’incontro con un telegramma in cui era scritto: «Il Papa approva l’azione vigorosa dell’Austria contro la Serbia e, in caso di guerra contro la Russia, ritiene che le armate, sia russe sia francesi, non siano di livello elevato. Il Cardinale Segretario di Stato spera anche che l’Austria questa volta tenga duro». 
Vi era in quelle parole, se effettivamente pronunciate, un esplicito invito al conflitto. Ma non è escluso che von Ritter abbia reso in modo più netto ed esplicito concetti che nella conversazione erano stati espressi in modo più vago e allusivo. In un lungo articolo sull’argomento, pubblicato da Nuova Storia contemporanea («Papa Pio X e la crisi del 1914»), lo storico tedesco Jörg Zedler sembra credere che il telegramma di von Ritter rispecchi abbastanza fedelmente le posizioni della Santa Sede. Pio X era preoccupato dalla politica russa nei Balcani, temeva che avrebbe favorito l’Ortodossia contro il Cattolicesimo, era convinto che l’Austria rappresentasse, in questo quadro, il più efficace dei baluardi. 
Questi sentimenti sono indirettamente presenti in una nota pubblicata in latino dall’ Osservatore Romano l’8 agosto 1914, dodici giorni prima della morte di Pio X. In questo testo, che mi è stato segnalato da Gianpaolo Romanato, autore di una bella biografia di Papa Sarto, il Papa lascia intravedere una certa parzialità parlando di «acerbo dolore per tanti popoli che ci stanno sommamente a cuore» e si rivolge in particolare ai «cattolici di tutto il mondo». La lettera che Benedetto XV inviò ai capi dei popoli belligeranti il 1° agosto 1917 rivendica invece «una perfetta imparzialità verso tutti i belligeranti, quale si conviene a chi è Padre comune e ama con pari affetto tutti i suoi figli».