la Repubblica, 25 novembre 2015
Pisapia non appoggia la candidatura di Sala per Milano
Serve un candidato che non sia divisivo, che incarni la continuità con i cinque anni arancioni di Milano ma che sia, anche, più di governo che di lotta. Sotto la Madonnina si sta giocando una partita strategica, più di quella sulla data delle primarie, ovvero la scelta di un nome che possa mettere d’accordo il Pd, il sindaco Giuliano Pisapia, la sinistra e quel mondo arancione che si sente orfano della sua guida. Un nome che – sembra – non sarà quello di Giuseppe Sala, il commissario Expo molto stimato da Matteo Renzi: sarebbe considerato troppo divisivo, visto che nella coalizione di centrosinistra c’è uno sbarramento contro di lui perché incarnerebbe, per la minoranza dem e per Sel, il Partito della Nazione. Per questo quel candidato potrebbe essere la vicesindaco Francesca Balzani, assessore (Pd, ma non renziana) al Bilancio dal 2013 e fino ad allora europarlamentare: le è stato chiesto, e avrebbe dato la sua disponibilità.
Il progetto Balzani potrebbe maturare in poco tempo, e nessuno esclude che possa avere l’imprimatur ufficiale proprio del sindaco Pisapia. Che, più volte, aveva detto che non si sarebbe schierato con alcun candidato fino alle primarie, sostenendo poi con convinzione chiunque fosse il vincitore. Ma, lunedì sera, in un incontro pubblico, ha dato un primo segnale del possibile cambio di passo: «Mi si chiede di prendere in mano la palla: lo potrei fare solo se ci fosse disperazione, ma qui c’è una città vincente da raccontare», ha detto alla platea, riferendosi al fatto che nella sua effervescente e litigiosa coalizione, da settimane, quasi ogni giorno c’è qualcuno che chiede a mezzo stampa un suo intervento. Sarebbe, nell’intenzione di chi sta lavorando per capire se ci sono le condizioni adatte, un modo per far abbassare la tensione nel centrosinistra che, finora, gode dell’indubbio vantaggio dell’assenza di un nome condiviso nel campo del centrodestra – altri due candidati ci sono già, la grillina Patrizia Bedori e il centrista Corrado Passera – ma sa anche di non poter rischiare di perdere Milano, nelle elezioni di giugno. Quel nome potrebbe. Anche superare le controindicazioni che, per motivi diversi, rendono più difficili le ipotesi già in campo. Quella dell’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino – già candidato da mesi, ma troppo poco in linea con Roma – e quella, sempre evocata ma non ancora concretizzata, del commissario Sala che, quando ha parlato di questa ipotesi, ha sempre sottolineato: «Se hanno qualcuno all’interno del partito per la corsa a Palazzo Marino, possono fare da soli: non mi sono proposto a nessuno».
Balzani, insomma, potrebbe essere il punto di incontro tra Pd e Pisapia, proprio nel momento in cui con Roma è in corso lo scontro per la difesa del “modello Milano”: le primarie di coalizione per decidere il candidato alla successione di Pisapia sono già fissate per il 7 febbraio, e sono primarie di una coalizione così ampia che ormai è quasi un’anomalia nel panorama politico italiano. Per questo i vertici milanesi dei dem proveranno a convincere Renzi ad una deroga rispetto al primarie day del 20 marzo.