Corriere della Sera, 25 novembre 2015
I Tredicine non avranno Piazza Navona. Cantone fa marcia indietro e sospende il bando per le bancarelle della Befana
Monopolista nella Città Eterna. Lo smercio di bibite, caldarroste, panini e piccoli souvenir sui camion bar piazzati strategicamente al Colosseo e ai Fori Imperiali, come a due passi dal colonnato di San Pietro o ai piedi di Trinità di Monti, da sempre è nelle mani della famiglia Tredicine. Che è passata più o meno indenne tra scandali e inchieste giudiziarie. Fino a far arrivare il rampollo Giordano – grazie alla militanza nel Pdl – a sedersi sugli scranni del Campidoglio ad appena 24 anni e, addirittura, a farlo diventare vicepresidente del Consiglio comunale nella giunta Marino. Un’ascesa apparentemente inarrestabile, quella del figliol prodigo, che è stata però interrotta bruscamente con l’arresto nell’inchiesta su Mafia Capitale. Ma tant’è. Evidentemente il potere degli esclusivisti del ristoro «mordi e fuggi» al servizio dei turisti non è stato intaccato dalle indagini capaci di provocare un terremoto. E, nel vuoto della politica e (forse) nella distrazione generale, la famiglia era riuscita ad assestare un altro colpo decisivo per alimentare ulteriormente l’immensa ricchezza accumulata negli anni, con le amministrazioni di tutti i colori politici. Ecco dunque, che a sorpresa (ma sarà poi veramente così?) i Tredicine si aggiudicano una consistente fetta del bando (pubblico) per la gestione dei banchi natalizi a piazza Navona. «Ma possibile che nessuno se ne sia accorto?», ci si chiede in giro per questa Capitale già martoriata dagli affari sporchi di quel Mondo di Mezzo nelle mani di Buzzi e Carminati. Pare (forse) che sia proprio così. E quando di questa quantomeno inopportuna assegnazione – cogestita da Comune e Municipio del centro storico – ne cominciano a parlare i giornali, ecco la precipitosa marcia indietro. Indaga Cantone, autorizzazione sospesa. Ma per tutti i vincitori del bando. Non si sa mai...