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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Matteo Perucchini, l’italiano che a dicembre partirà per attraversare su una barca a remi l’Oceano Atlantico

«Vedo questa sfida come una competizione sportiva, ma, soprattutto come un percorso interiore, spero, di crescita». Matteo Perucchini, 34 anni, è il primo italiano pronto ad attraversare l’Atlantico a remi in quella che è stata definita la gara di canottaggio più dura al mondo. Partirà da La Gomera, alle Canarie il 15 dicembre. Il traguardo d’arrivo è fissato ai Caraibi, nell’English Harbour dell’isola di Antigua. È la Thalisker Whisky Atlantic Challenge, nata da un’idea di un famoso navigatore scozzese, Sir Chay Blyth che nel 1966, con un compagno d’avventura, traversò l’Atlantico vogando per 92 giorni. La regata nacque nel 1997 e da allora si è svolta ogni due anni. Sono circa 4.800 chilometri di oceano, spesso battuto da tempeste tropicali, che hanno causato drammatici ritiri ma anche entusiasmanti vittorie. Vi partecipano imbarcazioni con navigatori solitari, oppure in coppia o con equipaggio di 4 persone. Ed è a quest’ultima categoria che appartiene il record della regata nell’edizione del 2003, quando un equipaggio inglese portò a termine la traversata in 36 giorni e 59 minuti. Ma ci sono imbarcazioni che restano in mare anche 90 giorni.
L’allenamento
Perucchini si è allenato negli ultimi mesi sul Lago Maggiore, remando sulla sua barca costruita in Inghilterra ma perfezionata da un cantiere artigianale locale. Sulla fiancata è scritto il nome: Sogno Atlantico. Le dimensioni sono quelle previste dal regolamento, con una lunghezza di 7 metri e mezzo e una larghezza di 1 metro e 80. Sono scafi particolari, con una parte chiusa a prua, dove è ricavata una microcabina nella quale ci si riposa chiusi come in una scatola. Ma ci si rintana anche durante le tempeste, quando le onde spesso ribaltano l’imbarcazione, che riesce poi a raddrizzarsi automaticamente. Al buio, scaraventati contro le pareti in una situazione da incubo.
Le dotazioni di bordo sono comunque numerose, a cominciare dai pannelli solari che garantiscono l’energia elettrica per farle funzionare. In particolare il telefono satellitare, il dissalatore che garantisce l’acqua potabile, la radio Vhf, gli aspiratori che assicurano aria respirabile quando si è chiusi dentro. Non mancano una zattera autogonfiabile di salvataggio, i giubbotti salvagente, un’ancora galleggiante a forma di paracadute che si usa quando soffiano forti venti contrari, capi d’abbigliamento adatti alle condizioni che si vivono. Ovviamente trovano posto a bordo i rifornimenti alimentari, previsti per tre mesi. Considerano un’esigenza di circa 8000 calorie ogni giorno, durante il quale si passano almeno 16 ore vogando. In prevalenza cibi liofilizzati, scatolame, cioccolato, frutta secca.
Gli avversari
All’edizione che sta per partire sono iscritte 28 imbarcazioni, in netta prevalenza inglesi, con due sudafricane, due statunitensi e quella italiana di Matteo Parucchini. Che nella sua categoria dovrà vedersela con altri sei solitari. I più numerosi sono gli equipaggi composti da due persone, seguiti da quelli da quattro. Fra quest’ultimi ne spicca uno tutto femminile. Sono quattro mamme quarantenni dello Yorkshire, che hanno ottenuto un permesso speciale, avendo tutte un lavoro regolare. Janette, Helen, Niki e Frances i loro nomi. Un equipaggio femminile si mise in luce nell’edizione del 2005 della gara. Erano tutte ragazze giovani: 2 americane, una inglese e una neozelandese. Furono vittime di ribaltamenti, rischi di naufragio, ferite. Ma alla fine tagliarono il traguardo dopo 51 giorni, 16 ore e 31 minuti. Altri equipaggi femminili, in successive edizioni, restarono in mare più di 70 giorni.
Il precedente italiano
Al di fuori della regata altre donne hanno compiuto imprese incredibili a remi e in solitario. Come ad esempio due francesi: Peggy Bouchet che nel 1988 coprì 5,500 chilometri dalle Canarie alla Guadalupa e Muad Fontenoy che nel 2003 andò a remi dal Canada alla Spagna e nel 2005 ripercorse la rotta del Kon-Tiki nel Pacifico, dal Perù alle Marchesi. Va infine ricordato un solitario italiano Alex Bellini. Nel 2005 vogò per 226 giorni andando da Genova a Fortaleza in Brasile e nel 2008 da Lima alla Nuova Zelanda.