Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

Invorio, 4.500 abitanti in provincia di Novara: il primo Comune dove chi non può pagare le tasse pulisce strade e giardini

«Buongiorno, c’è il sindaco? Cerchiamo informazioni per applicare il baratto amministrativo». Preso a modello e subissato da centinaia di chiamate da ogni parte della Penisola, il Comune di Invorio si è attrezzato. Ha preparato il «pacchetto Baratto», con il primo regolamento varato in Italia e le delibere del caso, da spedire ai Comuni interessati.
Invorio, piccolo centro di 4.500 abitanti nella provincia di Novara, è stato il primo Comune italiano a utilizzare lo strumento previsto dal decreto «Sblocca Italia» approvato esattamente un anno fa. La legge di riferimento è la numero 164 del 2014. All’articolo 24 prevede, per i contribuenti che non possono permettersi di pagare le imposte, «misure di agevolazione della partecipazione nelle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio». Tradotto dal burocratese: chi non può pagare le tasse comunali può barattarle con lavori al verde pubblico e all’arredo urbano. Le imposte vengono cancellate in cambio di cestini svuotati e di strade più pulite.
I cinque pionieri
Gli apripista sono cinque cittadini di Invorio che hanno già assolto o stanno portando a termine lo «scambio». Ogni ora di manodopera vale 7,50 euro. I lavori svolti? Svuotare i cestini pubblici, controllare i sacchetti della raccolta differenziata porta a porta, restaurare la fontana del paese e contribuire alla manutenzione del verde. In quattro mesi dall’approvazione del regolamento, il Comune ha già pubblicato due bandi per la ricerca dei candidati da «arruolare». Tra i requisiti richiesti, un indicatore Isee non superiore a 8.500 che dimostri l’incapacità di versare le imposte. Altra restrizione: il baratto è ammesso solo per le imposte dell’anno in corso.
Il sindaco Dario Piola non aveva precedenti a cui ispirarsi, ma l’occasione suggerita dal decreto era troppo allettante per tirarsi indietro: «L’abbiamo colta provocatoriamente – ammette – visti i continui tagli a cui sono sottoposti i Comuni, in difficoltà anche nell’affidare piccoli lavori». Ora Invorio è un esempio: «Sono arrivate centinaia di mail e di telefonate, anche da capoluoghi grandi come Milano. E così ci siamo organizzati: abbiamo preparato un “pacchetto baratto”, un vademecum pronto da inviare ai Comuni che ci contattano».
Il sindaco viene continuamente intervistato e richiesto per convegni e tavole rotonde. «Mi hanno invitato anche a Salerno – racconta -. Ci fanno tante domande perché la questione è complessa. Oltre all’Isee, bisogna prevedere l’eventuale formazione e soprattutto le assicurazioni. Inoltre, gli interventi devono essere limitati: non possono compromettere la concorrenza, ovvero il regolare ricorso alle gare d’appalto». Il regolamento è molto preciso sul tipo di opere affidabili: «I lavori devono essere solo sul verde pubblico e sull’arredo urbano».