Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

La popolazione mondiale smetterà di crescere e entro il 2050 la forza lavoro delle economie avanzate diminuirà del 5%. Un problema che riguarderà anche la Cina

La bomba demografica sta scoppiando, è vero, però al contrario. Infatti l’anno prossimo, per la prima volta dal 1950, la forza lavoro complessiva delle economie avanzate diminuirà, e calerà del 5% entro il 2050. La frenata riguarderà anche i Paesi emergenti come la Cina, dove l’inversione di tendenza è già cominciata, e si capisce dalla decisione di mettere fine alla politica del figlio unico. Sono tutti dati contenuti nella versione rivista delle «World Population Prospects» per il 2015, lo studio delle tendenze demografiche globali realizzato ogni anno dalla Population Division del Department of Economic and Social Affairs dell’Onu. Numeri che fanno preoccupare, perché hanno un impatto su tutto, dalla crescita economica al fenomeno delle migrazioni.
La situazione in Italia
Che l’Italia fosse in calo demografico lo sapevamo già. Il nostro saldo fra nascite e decessi è negativo ormai dall’inizio degli Anni Novanta, e se continueremo di questo passo diventeremo un popolo in via di estinzione. Questa tendenza ha un impatto negativo sulla nostra crescita economica, il sistema previdenziale, il lavoro, la sicurezza nazionale. Ci obbliga ad accogliere migliaia di immigrati, solo per conservare l’attuale forza lavoro, nonostante le resistenze legate al populismo politico e alla paura del terrorismo. Il problema adesso si sta allargando a tutti i Paesi sviluppati, e anche a quelli emergenti.
La popolazione mondiale ha superato la soglia dei 7 miliardi, e continuerà a crescere fino ai 10 miliardi previsti nel 2050. Solo il 13 per cento vivrà nei Paesi ad alto reddito, perché lo sviluppo porta automaticamente a una riduzione delle nascite. Nelle regioni povere, i bambini servono a produrre ricchezza e come sostegno per le famiglie, mentre in quelle ricche sono un peso che limita le possibilità economiche dei genitori. Fino a quando i genitori non arrivano alla pensione, e scoprono di non avere abbastanza giovani al lavoro che contribuiscano a pagargliela. Il problema dell’Italia tocca ormai tutte le economia avanzate, che dal prossimo anno andranno complessivamente in saldo negativo di forza lavoro.
Russia e Cina
La tendenza riguarda anche Paesi come la Russia e la Cina, che col suo miliardo e mezzo di abitanti sembrava la miccia principale della bomba demografica. La sua popolazione compresa tra 15 e 59 anni ha già cominciato a ridursi, e secondo le previsioni dell’Onu nel 2050 scenderà a circa 700 milioni di persone, grosso modo lo stesso livello del 1990. A quel punto o torneremo a fare più figli, o cambieranno le dinamiche globali del benessere.