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 2015  novembre 22 Domenica calendario

Vedere Transformers 4 con il proprio figlio. Il lamento di Francesco Piccolo

Mio figlio mi ha chiesto di vedere con lui Transformers 4, il film più bello del mondo – così mi ha detto. Nei giorni precedenti, l’aveva visto tre volte. Dura più di due ore e mezza, ma questo l’ho scoperto troppo tardi.
Transformers 4 parla di camion che si trasformano in mostri alti venti metri.
Lo so che adesso state pensando che c’è un refuso, che chissà cosa volevo scrivere. E invece quello che avete letto è quello che ho scritto. Camion che si trasformano in mostri. Proprio camion. Questi camion corrono sulle autostrade o sono parcheggiati da qualche parte e poi, quando lo sentono necessario, diventano in un attimo dei mostri giganteschi e poi tornano camion e ricominciano ad andare in autostrada. Quando si trasformano in questi mostri di venti metri, possono prendere una macchina e accartocciarla in un secondo; possono anche lanciare missili e tirar fuori un sacco di armi segrete. Però succede qualche volta che i camion, inseguiti da auto della polizia o nemici o astronavi o mostri, continuino a scappare accelerando e andando fuori strada. Mio figlio come un invasato diceva: guarda ora, papà, guarda ora! – ma io avevo solo voglia di chiedere perché quel camion non si trasforma in mostro e ammazza tutti? Alle volte, nel film, i camion si dimenticano di farlo. Del resto, il quoziente d’intelligenza dei camion non credo sia altissimo.
Ovviamente c’è una trama. Un po’ esile, quindi non vale la pena raccontarla. È una partita a quattro: ci sono umani buoni, umani cattivi, camion-mostri buoni e camion-mostri cattivi. Ogni tanto un buono diventa cattivo e un cattivo diventa buono, ma anche questo ci sta. Succedono tantissime cose durante il film, con padri, figlie, Cia, esperimenti segreti e principi molto sani oppure grande corruzione a causa dei soldi. Ma nella sostanza la questione è: ha ragione quello della Cia, che dice: noi siamo umani e loro sono transformers (alieni) quindi non possono essere buoni? O ha ragione il giovane scienziato fallito che dice: alcuni esseri umani sono cattivi e alcuni transformers sono buoni e io sto sempre con i buoni? Ovviamente il film spinge a pensare che ha ragione il nostro eroe, e quindi spinge a farti affezionare ad alcuni mostri, in particolare a Optimus Prime sia nella versione mostro sia nella versione vecchio camion arrugginito.
Ora uno non può fare a meno di chiedersi due cose: la prima, se i camion hanno bisogno di un conducente. La seconda è più ficcante: perché hanno pensato di fare un film con dei camion protagonisti. La prima questione è presto risolta: i camion vanno sia con conducente sia senza. Se c’è il conducente e si trasformano in mostri, si vede volare il conducente da lassù e schiantarsi a terra. Se è uno dei nostri personaggi principali, allora quando volano verso terra i transformers li acchiappano con le mani e li salvano.
La seconda questione è più complicata. Alcuni rispondono che bisogna risalire al primo dei quattro film sui Transformers, in modo da capire perché i mostri hanno deciso di prendere le sembianze di camion. Ma io non sono d’accordo. Faccio lo sceneggiatore, so che anche se vedo il primo (e non ho nessuna intenzione di farlo) posso al massimo ammirare come riescono a tenere in piedi questa idea, ma il problema è l’idea. Quindi bisogna andare più indietro. Alle riunioni degli sceneggiatori quando dicevano: che film facciamo? Lo so com’è: non esiste gente che spara più cazzate degli sceneggiatori intorno a un tavolo. Però tutte queste cazzate hanno la loro funzione: si scartano, si spiega perché sono assurde (quando non sono talmente assurde che si passa oltre senza commenti) e pian piano arriva un’idea sensata.
Ecco, qui c’è qualcuno che un giorno ha detto: facciamo un film su camion che si trasformano in mostri? A qualcuno un giorno è venuta in mente questa cosa e non è stata scartata; anzi è stata considerata plausibile, anzi di più, gli altri hanno detto: che idea pazzesca! E hanno cominciato a lavorarci. E la curiosità è: ma le altre idee che hanno scartato, com’erano? (Per onestà bisogna dire che questa idea totalmente assurda poi ha incassato milioni e milioni di dollari in tutto il mondo e continuerà a farlo).

Dopo un’ora di film, che il mio tempo interiore ha percepito come quattro giorni, mio figlio mi aveva già chiesto sedici volte se non era meraviglioso, e avevo risposto ogni volta sì. Lui continuava a dire: tra poco comincia la guerra finale, papà, la guerra finale è bellissima. Però fino a quel momento erano già morte parecchie persone, distrutti interi quartieri, consumati molti combattimenti. Così, ho premuto il tasto del telecomando per vedere quanto mancava: un’ora e mezza. Ho detto: che ne dici se ce ne vediamo una parte oggi e la seconda domani? (poi domani posso comprare un biglietto per la foresta amazzonica e partire improvvisamente, ho pensato). Ma lui ha detto: sei pazzo? Adesso comincia la guerra finale. Ho detto: ma manca ancora un’ora e mezza, chissà la guerra finale quando ci sarà. No, papà – ha detto – adesso. Allora mi sono fatto coraggio, ho pensato che ormai ha sette anni, è quasi un adulto, e poi ai bambini piace che si parli senza condiscendenza. E gli ho detto: «Senti, tesoro, la verità è che io non amo questo genere di film, non ce la faccio, è più forte di me, lo so che a te piacciono molto, lo capisco, è proprio una questione di gusti. Posso smettere e andare di là? Oppure se vuoi mi metto a leggere qui vicino mentre tu finisci di vederlo?». Lui si è voltato verso di me con un grande sorriso e mi ha detto: «Dai papà, smettila di scherzare, non parlare, guarda questo film bellissimo perché adesso comincia la guerra finale».
E proprio in quel momento, quasi un’ora e mezza prima della fine del film, è davvero cominciata la guerra finale. Che è veramente la guerra finale e che dura veramente un’ora e mezza. In pratica, si incazzano tutti, e cominciano a fare la guerra tutti contro tutti, i camion si trasformano tutti, e in più dal passato arrivano dei camion che si trasformano in dinosauri (lo so che non ci credete, ma è così), degli altri mostri che sono dei cani feroci, un’astronave enorme che arriva da qualche altra galassia e che espelle transformers, piccole astronavi, bombe, qualsiasi cosa possa distruggere qualsiasi altra cosa. E i nostri eroi umani partecipano alla guerra, mentre uno che sembrava cattivo e invece diventa buono dice: stiamo uccidendo troppi esseri umani innocenti. Ed è vero. Però è vera anche un’altra cosa: che è colpa anche degli esseri umani innocenti.

Perché la cosa più pazzesca di questo film sono proprio gli esseri umani innocenti. Se uno si concentra su di loro, il film si trasforma e diventa davvero una storia dell’insensatezza del genere umano. Cioè: ogni volta che i Transformers appaiono, provocano dei disastri epocali. La cosa che amano fare di più è scalare grattacieli, ma ogni volta che si tirano su fanno saltare pezzi di appartamenti, piani interi, e alle volte distruggono tutto il palazzo. Se cadono a terra – e cadono a terra tante volte, come i bambini – schiacciano varie centinaia di persone che passavano di lì. In più, è appunto in atto la guerra finale: si lanciano bombe, missili, si sollevano viadotti, arrivano dinosauri, si tirano contro auto e si danno cazzotti per schiacciare interi villini. Cioè, è il finimondo. È davvero il finimondo. Vengono spazzati via e distrutti per sempre interi quartieri di varie città (a un certo punto vanno a Hong Kong e cominciano a picchiarsi là, ma perché sono andati a Hong Kong – stavano a Chicago – e come ci sono arrivati non mi è chiaro).
Ma se vedrete il film, potrete notare questo fatto davvero stupefacente: tutta la popolazione che sta dentro il film, nelle varie città, sulle autostrade, continua a vivere come se non ci fossero dei camion che si trasformano in giganti devastatori, come se i missili non colpissero interi isolati, come se i grattacieli che si spezzano e crollano non riguardassero nessuno. La gente esce, va in macchina, addirittura si vede anche una nave sul fiume piena di turisti. Portano i bambini a scuola, tornano a casa, arrivano davanti al proprio grattacielo, dicono mannaggia non c’è più e vanno a dormire da qualche altra parte. A un certo punto, a Hong Kong, un umano e un piccolo mostro lottando sfondano una finestra e cadono in una casa. Qui c’è un signore seduto a tavola a leggere il giornale. Che, poverino, si spaventa. Possibile che non avesse sentito niente, lì fuori, mentre i missili colpivano altre case e i transformers distruggevano pezzi di città? E nessuno gli aveva detto nulla? E soprattutto, sul giornale cosa c’era scritto? Che non bisogna mangiare troppa carne rossa perché fa male? Non si faceva nessun cenno a una guerra tra mostri che stava devastando la città, anzi il pianeta?
Si sta combattendo la guerra finale nel proprio quartiere, e la gente dice: vabbè, io comunque devo andare a casa di mia mamma, non vado a trovarla da un sacco di tempo. E tra l’altro, non sembrano nemmeno sospettosi verso i camion. Trattano i camion come camion, sapendo benissimo che potrebbero da un momento all’altro trasformarsi in mostri. Che poi li schiacciano. E i sopravvissuti sembrano dire: eh, mio marito è stato schiacciato, faccio qualche minuto di ritardo, scusatemi.
È come se la gente che abita le città dove c’è la guerra finale, pensasse che quei transformers e quei dinosauri e quei missili devastanti fossero delle scene di un film. Come se lo pensassero anche quelli che stanno dentro il film, che quello è un film. Però questo rende tutta la questione fortemente a rischio di credibilità. Cioè: se non ci credono loro che hanno i mostri che li calpestano, perché dovrei crederci io, al calduccio di casa mia?
Oppure vogliono dirmi qualcosa? Non è che è un film che vuole raccontare dell’indifferenza dell’umanità, dell’impossibilità degli uomini di occuparsi di ciò che succede intorno? Non è che dentro il film per mio figlio stanno cercando di dirmi qualcosa? Oppure sono stati semplicemente sciatti e superficiali? Alla fine, non si capisce mai se questi che fanno i film e si inventano una storia sui camion, sono più intelligenti di me o più stupidi di me. E ho il sospetto che la risposta a questa domanda potrebbe fare luce sull’intera esistenza.