La Gazzetta dello Sport, 24 novembre 2015
Per Djokovic una stagione da 20 milioni di dollari
Se non fosse stato per Ivo Karlovic... Novak Djokovic avrebbe fatto percorso netto: sarebbero state 16 finali su altrettanti tornei giocati. Una partenza ad handicap, contro il cannone croato nell’esordio stagionale a Doha, un intoppo prima di prendere il ritmo, e che ritmo. Quindici finali consecutive, ottantadue vittorie e appena sei sconfitte (tre con Federer), undici mesi in campo e altrettanti titoli conquistati. Alla fine Djoker, chiude l’anno da numero al mondo, ovviamente con il record dei punti: 16.585, con un distacco mostruoso da Andy Murray, di 7915. Il povero scozzese ha praticamente le stesse possibilità di portare via lo scettro al serbo di quante ne abbia il povero Carlo d’Inghilterra di sedere sul trono della vetusta madre Elisabetta.
CONTO Da questo 2015 straordinario Nole esce ancora più forte: in termini di autostima, se mai ce ne fosse stato il bisogno e di conto in banca, con i 20.350.000 euro e spicci guadagnati in soli premi
che fanno di lui il primo dei paperoni tennisti. Oltre il doppio dei rispetto al Federer del 2007. Djokovic ha guadagnato in carriera quasi 90 milioni di euro, senza contare gli emolumenti derivanti dalle sponsorizzazioni.
AL TOP «La migliore stagione della mia vita», ha definito Nole quella appena conclusa con la conquista dello storico quarto Masters consecutivo. Difficile dargli torto:
con il solo segno rosso della terra parigina a sporcare una pagella perfetta, il serbo è stato il primo a raggiungere tutte le finali Slam dal 2009. L’ultimo a riuscirci era stato ovviamente Roger Federer che però di Major ne vinse solo due, Roland Garros e Wimbledon, contro i tre del Djoker 2015. «Credo che questo sia il momento più alto della mia carriera – ha raccontato dopo l’ultimo trionfo, tra un cioccolatino e l’altro —. Non posso dire che me l’aspettasi, ma ho sempre dato tutto me stesso per raggiungere i miei obiettivi. Ed eccomi a chiudere l’anno nel miglior modo possibile, con un’altra vittoria». Il suo rendimento è stato straordinario anche dopo lo Us Open, quando si può anche pensare di rallentare leggermente. «Per tante ragioni, dopo New York ho giocato forse il mio miglior tennis – ha continuato il numero uno al mondo per la 174esima settimana consecutiva —, prima nei tornei in Asia e poi in quelli indoor di Parigi e Londra. Per tutto questo devo dire grazie soprattutto al mio team, che con la giusta programmazione mi ha consentito di arrivare fresco al momento giusto. Ho cercato di dare molta importanza anche al recupero e al riposo e questo ha pagato in termini di freschezza».
SUPPORTO Da quando è padre del piccolo Stefan, nato il 21 ottobre del 2014, ha vinto 91 match. La moglie Jelena, che lo ha seguito a Londra, si occupa della fondazione con cui Nole dà il sostegno a diversi progetti benefici soprattutto per i più piccoli: «Grazie, mia meravigliosa moglie – ha twittato Nole dopo il trionfo alla O2 Arena —, hai reso quest’anno il migliore della mia vita», riferendosi ovviamente al primo anno di vita dell’erede Djokovic. Parte della forza di Nole arriva proprio dal suo ristretto clan: il coach Boris Becker, il campione tecnico che lavora con lui: «Il suo apporto è stato molto importante in questi anni, soprattutto dal punto di vista psicologico. Lui sa esattamente come affrontare mentalmente i grandi tornei e le partite decisive, devo ringraziarlo». E poi i fans, che lui cerca di tenere aggiornati il più possibile attraverso i social. Subito dopo aver ricevuto il premio a Londra è andato nello spogliatoio a registrare un video da postare su Facebook, con Jelena regista: «È stata la prima volta subito dopo un match – spiega divertito —, mi piace molto usare i social network perché mi danno la possibilità di tenere i contatti con chi mi segue (quasi 5 milioni di follower su Twitter, ndr). Il loro contatto mi aiuta, mi dà energia positiva. Mi è piaciuta l’idea del video, penso che lo rifarò». Il sorriso, la marcia in più di Nole.