il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2015
Per i russi Bulgakov non è più un satanista. Gli faranno una statua a Mosca
Diavoleide” è il titolo di una piéce di Mikhail Bulgakov del 1923. Come gran parte delle sue opere, cadde sotto la scure della censura sovietica che in quegli anni era meticolosa e inesorabile.
“Con queste stesse mani ho gettato nella stufa le minute di un romanzo sul diavolo”, scriveva anni dopo, amareggiato, al fratello. Il romanzo cui fa riferimento è ovviamente Il maestro e Margherita.
Da quei giorni amarissimi per il grande scrittore è passato quasi un secolo e Mosca si appresta finalmente ad inaugurare un monumento a Bulgakov portando a termine un progetto ritardato per oltre un decennio perché ritenuto un possibile “segno del diavolo”. Il fatto è che, come ricorda Nikolai Golubev, direttore della casa-museo di Bulgakov a Mosca, “lo scrittore è stato sempre circondato da un alone di superstizione e misticismo e dalla reputazione di satanista”. Forse i russi hanno sempre avuto qualche difficoltà a perdonare a Bulgakov il fatto che nel suo romanzo il male era opera degli esseri umani e non del diavolo.
La statua di Bulgakov verrà inaugurata nel centro di Mosca, presso gli Stagni del Patriarca, esattamente nel luogo nel quale si apre il suo romanzo più famoso con il professor Woland, esperto di magia nera, che dice a Berlioz che gli verrà tagliata la testa quello stesso giorno. Cosa che puntualmente avverrà.
Il romanzo di Bulgakov – che secondo alcuni sta alla Russia come Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez sta all’America Latina – venne pubblicato in patria solamente nel 1973, ovvero ben 33 anni dopo la morte dell’autore, ed entrò a far parte dei programmi scolastici sul finire degli anni ’90, dieci anni dopo il crollo del comunismo e di quella cappa di censura che toglieva il fiato. Il monumento alla memoria di Bulgakov ha avuto le stesse difficoltà delle sue opere. Lo scultore Rukavishnikov, già autore del monumento a Vladimir Nabokov a Montreux, si era aggiudicato l’incarico di realizzare la scultura nel 1988, ma il preventivo fu ritenuto esoso e nel 2003, anche a seguito di una lettera aperta che accusava il progetto di “satanismo”, il Consiglio comunale di Mosca sospese i lavori che erano a buon punto. Nel 2004 fu la volta della Chiesa Ortodossa che bocciò l’ipotesi di collocare il monumento sulla Collina dei passeri.
Il mese scorso il Consiglio comunale ha dedicato a Bulgakov una piazza nei pressi degli Stagni del Patriarca e ora si appresta a discutere la definitiva inaugurazione del monumento, almeno di una parte del progetto in cui si vede Bulgakov seduto su una panchina rotta. Svetlana Brezneva, che insegna letteratura russa a Mosca, ha recentemente visitato la casa-museo di Bulgakov assieme ad alcuni dei suoi studenti: “Un monumento a Bulgakov è un dovere e gli Stagni del Patriarca sono il posto più adatto. Quanto all’accusa di satanismo è una colossale sciocchezza. Io sono credente e vi posso garantire che nelle opere di Bulgakov non c’è traccia di diavoli. Sono solo allegorie; secondo la maggior parte della critica e dei lettori, Woland non è il demonio, ma rappresenta le autorità sovietiche”.