Corriere della Sera, 24 novembre 2015
Viagra si fonde con Botox. Nasce un gigante del farmaco
Il Viagra si sposa col Botox, ma la notizia della fusione tra Pfizer e Allergan va oltre le straordinarie dimensioni finanziarie di un’operazione che fa nascere il primo gruppo farmaceutico del mondo (oltre 320 miliardi di dollari di valore, 303 miliardi di euro), per sconfinare nella politica. L’industria Usa delle medicine è finita sotto il tiro di Hillary Clinton e degli altri candidati democratici alla Casa Bianca perché fa pagare molto cari i suoi farmaci, molto più che nel resto del mondo. Ma, oltre che per i prezzi, Barack Obama aveva preso di mira il settore perché è quello che ricorre più spesso alla cosiddetta «inversione fiscale»: fusioni con gruppi basati fuori dagli Usa per non pagare le tasse americane sulle «corporation» che sono piuttosto elevate.
«Antipatriottico» aveva sentenziato il presidente che qualche mese fa ha varato misure miranti a bloccare questa fuga di imprese (in realtà solo della sede fiscale) all’estero. Norme che hanno mandato a monte diversi «merger» concepiti per dribblare il Fisco Usa, ma non quello architettato da Ian Read, il capo della Pfizer, insieme a Brent Saunders di Allergan. L’accusa di essere poco patriottico non deve aver fatto né caldo né freddo a Read: le multinazionali si sentono sempre più apolidi, extraterritoriali, e Ian, uno scozzese cresciuto in Rhodesia, figlio di un carpentiere e di un’infermiera, è un manager con la pelle dura. Alle parole sul ruolo sociale e la dimensione etica dell’impresa, preferisce i numeri. Per formazione è un contabile e da anni ha un pensiero fisso: pagare meno tasse. Sostiene di essere svantaggiato rispetto ai suoi concorrenti stranieri perché l’aliquota americana è più alta. Ma in passato il suo tentativo di fondersi con gli inglesi di Astra Zeneca è fallito.
Le nuove norme della Casa Bianca sembravano avergli tagliato la strada, ma ecco spuntare la possibilità dell’affare col giovane e astuto Saunders che aveva già portato l’Allergan (sempre solo dal punto di vista fiscale) fuori dagli Usa. La Allergan, produttrice tra l’altro del Botox, il celebre antirughe, è una strana creatura, frutto di ripetute fusioni: l’ultima, nella primavera scorsa, con la Actavis, una società farmaceutica svizzera col quartier generale in New Jersey e la sede fiscale e legale a Dublino, in Irlanda.
Saunders si è fatto comprare, ma poi la Actavis ha cambiato il nome in Allergan e a comandare è rimasto lui. Read ha seguito lo stesso schema. In teoria è la piccola Allergan (si fa per dire: 12 miliardi di dollari di fatturato) a comprare la Pfizer che, oltre ad essere un gigante, ha fatto la storia dell’industria farmaceutica Usa. Fondata nel 1849 a Brooklyn, la società ha prodotto i primi antidolorifici somministrati ai soldati americani durante la Guerra civile di metà Ottocento e la penicillina la cui distribuzione è iniziata durante la Seconda guerra mondiale.
Ora Pfizer, 50 miliardi di dollari annui di vendite, produce di tutto: medicinali contro l’Alzheimer e il cancro, antinfiammatori, vaccini, il Viagra. Insieme ad Allergan – forte nella cosmetica e nella cura degli occhi oltre che per il Botox – Pfizer può estendere la sua presenza sui mercati esteri (Allergan è più internazionalizzata).
L’operazione, del valore di 155 miliardi di dollari, la più grossa fusione di quest’anno e una delle maggiori della storia, dà vita alla maggiore conglomerata farmaceutica del mondo, scavalcando Johnson & Johnson e Novartis. Read (che resta al comando del gruppo, ma tra qualche anno potrebbe cedere lo scettro al più giovane Saunders, ora «numero due»), l’ha voluta, come detto, soprattutto per ridurre il carico fiscale (dal 25% pagato da Pfizer a poco più del 15% che grava su Allergan in Irlanda). Sempre che Obama non trovi un escamotage per evitare lo smacco.