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 2015  novembre 22 Domenica calendario

L’alpinista svizzero Ueli Steck scala l’Eiger in due ore e 22 minuti. Nessuno è così veloce

Con l’Himalaya di traverso. Si può dire così del ritorno di Ueli Steck ai primi di novembre dal Nuptse, l’elegante quasi Ottomila che sbarra la vista all’Everest del versante nepalese. L’alpinista svizzero era là con lo statunitense Colin Haley. Neve, vento da bufera e rinuncia a risalire il Pilastro Sud della cima Est, alta 7.804 metri: la via dei russi Valeri Babanov e Yuri Kosholenko. Nemmeno il tempo di rifiatare e Steck, con nelle gambe l’Himalaya si arrampica per tre volte lungo la Nord dell’Eiger, Alpi bernesi. E firma due record di velocità: uno in cordata con Nicolas Hojac, in 3 ore e 46 minuti; l’altro in solitaria fermando il cronometro sulle 2 ore 22 minuti e 50 secondi, sei minuti in meno del connazionale Dani Arnold. Terza salita, dopo quella con il «re» delle maratone d’alta quota, Kilian Jornet Burgada.
Il tris di salite
Tutte e tre le volte Steck ha seguito la storica via del tedesco Anderl Heckmair, nel luglio del 1938. Allora due cordate di quattro alpinisti impiegarono quattro giorni. Oggi uno scalatore di livello va e torna in giornata. Steck, 39 anni, ha cominciato a misurarsi sulla Nord più famosa delle Alpi, nel 2007 impiegando 3 ore e 54 minuti. L’anno dopo scese a 2 e 47, quindi arrivò Arnold nel 2011 e abbassò il record di 19 minuti. Sembrava impossibile fare meglio. Steck non ci ha più pensato, così come al primato sulla Nord del Cervino, di nuovo soffiatogli da Arnold. La velocità, a dispetto della proverbiale lentezza dei bernesi, fa parte della vita d’alpinista di Ueli. La cosa più incredibile l’ha fatta nel 2013: in 20 ore ha inseguito i tre chilometri della Sud dell’Annapurna. Da solo.
Ha vinto l’Oscar dell’alpinismo, il «Piolet d’or», anche se qualcuno ha messo in dubbio che lui fosse arrivato in cima, perché quegli imbuti di ghiaccio e roccia gli avevano mangiato la macchina fotografica. Due francesi, che hanno subito ripetuto quell’impresa, sono stati i suoi testimoni: ci hanno impiegato 5 giorni.
I due velocisti
In questo novembre da tris sulla Nord dell’Eiger, Steck ha fatto cordata anche con un altro campione della velocità, Kilian Jornet Burgada. Si sono conosciuti in Nepal, dopo il terribile terremoto. Sono diventati amici e hanno deciso di arrampicare insieme. Lo svizzero per ritrovare la velocità, a distanza di qualche anno, su una parete lunga e impegnativa come la Nord dell’Eiger, Kilian per saggiare le sue capacità di alpinista e la ricerca della rapidità su un itinerario che alterna scivoli nevosi di 60 gradi di pendenza a passaggi in roccia di quinto grado, con balzi che costringono all’uso della progressione artificiale. Promosso. L’Eiger come parametro dei propri limiti è scala di riferimento riservata a pochi.