Il Sole 24 Ore, 21 novembre 2015
Il viaggio dei kalashnikov dai balcani a casa nostra
La Francia sprona la Commissione europea a mettere a punto un piano per stroncare i traffici di armi che dai Balcani inondano di kalashnikov (ma pagando si possono ottenere anche lanciagranate Rpg ed esplosivo) il mercato del Nord Europa. La richiesta francese è giunta ieri al Consiglio straordinario Interni e Giustizia a Bruxelles, e la Commissione prevede di proporre una revisione della direttiva in cui si vieterà il commercio online e l’uso di armi semiautomatiche.
Una misura che rischia di non danneggiare il traffico clandestino gestito dalla malavita balcanica le cui ramificazioni in Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia e Albania hanno messo le mani su molte armi da guerra dismesse dagli arsenali degli eserciti della regione dopo il termine dei conflitti balcanici. Sulla stessa rotta confluiscono anche armi provenienti dal mercato mediorientale e libico come i più moderni AK-74 in arrivo in Europa dalla Turchia.
Un kalashnikov che in Kosovo si può acquistare con 450 euro circa a Bruxelles o Parigi può essere smerciato a 2mila o 2.500, sosteneva l’anno scorso Fabrice Rizzoli, criminologo docente di “Terrorismo e criminalità organizzata” all’École des Hautes Études Internationales et Politiques di Parigi. Ma per altre fonti il prezzo può scendere a Bruxelles anche intorno ai 1.500 euro, dipende dalle condizioni delle armi, dal numero di esemplari ordinati e dalla versione della nota arma di origine sovietica: la meno pregiata è quella albanese a sua volta copia di quella cinese.
In gennaio, dopo il massacro alla redazione di Charlie Hebdo effettuato con kalashnikov AK-103, fonti francesi confermarono al Sole-24 Ore che la rotta balcanica è ancora quella che fornisce il maggior numero di armi da guerra al mercato francese e i trafficanti sono in molti casi gli stessi che gestiscono il mercato della droga e dell’immigrazione illegale. «Le armi vengono contrabbandate in piccoli numeri, tre o quattro per volta, spesso smontate e solitamente a bordo dei camion che dai Balcani attraversano l’Europa».
Le misure all’esame della Ue potrebbero forse ridurre il numero delle armi smilitarizzate vendute anche online ma difficilmente influiranno sull’approvvigionamento di armi da guerra che sfrutta la facilità con cui si possono attraversare i confini comunitari per rifornire una clientela «d’élite» composta da malavitosi di rango e terroristi. Se Parigi e Bruxelles sono considerati i mercati più ricchi per lo smercio di armi illegali,la Gendarmerie francese stima che solo 4mila armi in circolazione in Francia siano da guerra, circa il 5% del totale delle armi detenute illegalmente Oltralpe ma negli ultimi anni si sono registrati incrementi costanti dei sequestri di materiale bellico confermando una crescente richiesta.
Tra i criminali i kalashnikov vengono utilizzati come “status symbol”, per efferate esecuzioni e regolamenti di conti e per le rapine ai furgoni portavalori, le cui blindature sono perforabili dai potenti fucili d’assalto russi. Circa le forniture ai terroristi islamici è possibile ipotizzare una saldatura tra i gruppi jihadisti balcanici e le cellule dell’Isis in Europa con i primi che fungono da armieri e custodi degli arsenali dei secondi.