il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2015
Il grande ritorno alla corte berlusconiana di “Olindo e Rosa”, ovvero Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè
È il grande ritorno di “Olindo e Rosa” alla corte berlusconiana, dopo i fasti del fu cerchio magico di Dudù, Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi. Alessandro Sallusti “Olindo” e Daniela Santanchè “Rosa”, come li chiamò qualche anno fa, con un colpo di genio al curaro, Vittorio Feltri, oggi editorialista del Giornale diretto dallo stesso Sallusti.
Il compagno di vita della Pitonessa, altro soprannome di Santanché, è da ieri il più probabile candidato-sindaco del centrodestra a Milano, da contrapporre all’uomo dell’Expo, Giuseppe Sala. Sulla spalla di Sallusti si è abbattuto, come investitura e benedizione, lo spadone leghista di Matteo Salvini: “Sallusti a me piace come persona e professionista, è uno dei possibili candidati. E se fosse lui io sarei ben contento”. Un endorsement arrivato non a caso, perfettamente studiato dal leader del Carroccio che teme derive moderate o anonime. Di qui il via libera al direttore del Giornale che alla corte di Berlusconi, alle nove di ieri sera, viene definito “come il candidato migliore, quello in grado di unire la società civile e il nostro rapporto ritrovato con la Lega”. Lo stesso Sallusti che alla fine dell’estate, alla Versiliana, intervistava Paolo Del Debbio come possibile leader del centrodestra oppure sindaco di Milano.
Ma la vita, nel magico mondo berlusconiano, è questa e Silvio Berlusconi, giornalista per giornalista, ha preferito tenersi Del Debbio a Retequattro e liberare così la poltrona del Giornale, sempre che Sallusti accetti. In ogni caso, chi gongola a prescindere è proprio Santanché che in questi giorni ha perfezionato l’acquisto da editrice di due testate rizzoliane, Novella 2000 e Visto, specializzate nel gossip. Ad alcuni amici ha confidato di non vedere l’ora di cominciare e tra i suoi avversari, soprattutto interni, si è già sparso il terrore. “Chi di noi sarà il primo a essere colpito?”. In questo modo, la Pitonessa 2000 si prepara a fare l’anti-Signorini, il direttore di Chi, pinkmagazine della real casa berlusconiana.
Gossip a parte, i pochi fedelissimi rimasti alla corte dell’ex Cavaliere raccontano che “l’idea di Sallusti” è maturata una decina di giorni fa ed è poi cresciuta poco alla volta. Il primo a fare il nome del direttore del Giornale sarebbe stato lo stesso B., prendendo atto della mancanza o quasi di arditi noti e smaniosi di offrire il petto alla tremenda pugna con Sala, favorito. In realtà, l’unica alternativa forte a Sallusti è l’ex ministro Maurizio Lupi, su cui però incombe il veto salviniano.
E non per la questione dei regali e degli orologi del Sistema Incalza alle Infrastrutture, causa delle sue dimissioni da ministro. No, Salvini non lo vuole perché Lupi fa ancora parte di Ncd, il partitino semiclandestino di Alfano.
In questo quadro, Sallusti deve solo decidere se accettare o meno e se la risposta sarà sì non sono esclusi altri dolorosi mal di pancia azzurri, come quelli di Paolo Romani e Mariastella Gelmini, furenti per il grande ritorno a corte di “Olindo e Rosa”. La scelta di Sallusti, ovviamente, porterà anche un mini-risiko editoriale nella galassia berlusconiana dell’informazione. Chi farà il direttore del Giornale al posto suo? Circola un’indiscrezione su Augusto Minzolini, ex “direttorissimo” del Tg1 e oggi senatore forzista. Ma il nome più quotato è quello dell’ex previtiano Giorgio Mulè, scelto da Marina Berlusconi per guidare e poi smantellare Panorama, storico newsmagazine Mondadori. Quando ha saputo di Sallusti anche Mulè si è messo a festeggiare, pensando alla poltrona promessa.