il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2015
Due milioni di dollari al giorno, ecco quanto fattura l’Isis. Ma non scherzano neanche Boko Haram, al Qaeda e i talebani
L’ attenzione della politica estera, e dell’intelligence dei Paesi occidentali, è tutta concentrata sull’Isis, il gruppo terroristico che negli ultimi anni ha avuto maggiori capacità di attrazione, e non solo tra i giovani all’interno del mondo islamico. Soprattutto, l’Isis può contare sui pozzi di petrolio nelle zone che occupa e, dunque, ha una capacità finanziaria che nessuno, neppure al Qaeda, ha mai avuto. Il gruppo estremista sunnita controlla ampi territori tra Siria e Iraq, in cui ha istituito un Califfato Islamico. Secondo la Cia, che ne ha seguito i passaggi, si tratta del gruppo terroristico più “ricco della storia”.
Una liquidità stimata in due miliardi di euro, e un fatturato che, come ha scritto Bloomberg, “si aggira intorno ai 2 milioni di dollari al giorno, grazie a varie fonti di ricavo, tra cui il petrolio”. È nato da una scissione con al Qaeda: in Siria combatte contro il presidente sciita Bashar al Assad e contro i gruppi ribelli che si oppongono ad Assad (tra cui al Qaeda), in Iraq combatte contro l’esercito iracheno e i curdi, nel nord del paese. Ma non sono i soli. I più forti, ma non i soli.
Al Shabaab, per citare la prima, è una milizia somala di estremisti islamici affiliata ad al Qaeda dal 2012. Gli shabaab sono i responsabili dell’attacco al centro commerciale di Nairobi, in Kenya, nel settembre 2013 (volevano punire il governo keniano per avere mandato le sue truppe in Somalia) e da tempo sono divisi in due fazioni: quelli legati all’ideologia di al Qaeda, e quelli che vorrebbero portare avanti una lotta locale per il controllo del territorio.
Ancora molto ricchi sono i talebani: fanno parte di un movimento fondamentalista emerso per la prima volta in Afghanistan durante il conflitto per l’invasione da parte dell’Unione sovietica. Il 25 dicembre 1979, quando l’Urss invase l’Afghanistan per sostenere il governo comunista del Partito Democratico del Popolo Afgano contro i ribelli Mujaheddin, sostenuti dagli integralisti islamici, tra questi si annoverava già un giovane saudita, Osama Bin Laden. Che già allora ebbe rapporti con le intelligence, più o meno deviate, dei governi Occidentali. Nel corso degli anni Novanta i talebani si sono avvalsi dell’appoggio dei servizi segreti pakistani per aumentare la loro influenza. Ancora operano sia in Afghanistan che in Pakistan.
Operativa dal 1980 Al Qaeda è stata fondata da Osama Bin Laden: l’organizzazione militante islamista risale al 1980. Prima dell’attacco dell’11 settembre al World Trade Center di New York, la Cia stimava che Al Qaeda fatturasse più di 30 milioni di dollari all’anno, grazie soprattutto alle donazioni. Oggi quel numero è aumentato a più di 100 milioni di dollari all’anno, anche se il gruppo si è diviso in più fazioni dopo la morte di Bin Laden. Ma resta un dato di fatto: al Qaeda è stata dispersa e in parte i giovani che reclutava sono migrati verso l’Isis, tuttavia è sicuramente ancora un gruppo forte, e conta soprattutto su soldi che, nella guerriglia e nel terrorismo, continuano a rappresentare un punto fermo.
È operativo in Libia, invece, il Consiglio della shura dei rivoluzionari, coalizione militare con base a Bengasi, composta da milizie islamiste e jihadiste, tra cui Ansar al-Sharia e Libya Shield. È nata nel giugno 2014 come risposta a due fatti: l’avvio dell’Operation Dignity dell’ex colonnello Khalifa Haftar, e la sconfitta dei candidati islamisti nelle elezioni della Camera del parlamento.
Il Fronte islamico, una coalizione di gruppi di ribelli che combatte nella guerra in Siria contro il presidente Bashar al Assad. È nata il 22 novembre 2013, è di orientamento islamista e comprende sette raggruppamenti, tra cui Ansar al-Sham. Il gruppo principale della coalizione, cioè, che ha subito un attacco il 9 settembre del 2014, nella provincia di Idlib, in cui sono stati uccisi 27 suoi importanti esponenti, tra cui il leader Hassan Abboud.
Fa meno paura ai paesi Occidentali, Francia in testa, il Gruppo islamico algerino, nato nel 1991 dopo che il governo si rifiutò di riconoscere la vittoria alle elezioni parlamentari del Fronte di Salvezza. Il gruppo, nel 1994, ha dirottato il volo 8969 dell’Air France allo scopo di far esplodere la Torre Eiffel. L’operazione non ebbe successo e l’aereo venne intercettato da un commando delle forze di sicurezza francesi. Altra forza terroristica che spaventa è quella di Boko Haram, un gruppo islamico che opera da diversi anni in Nigeria, e in particolare al nord, nello stato di Borno. Il leader del gruppo è Abubakar Shekau, conosciuto per la brutalità e la violenza dei suoi attacchi: è stato dato per morto diverse volte. Nel maggio dello scorso anno è stato definito dal Dipartimento di stato americano “l’uomo più ricercato dagli Stati Uniti in Africa”.
Per chiudere la mappa del terrorismo bisogna aprire un’altra storia che, invece, è dall’altra parte dell’Oceano e che ha interessi molto diversi dagli islamici: parliamo del gruppo guerrigliero marxista, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, semplicemente Farc, nato intorno al 1960. Responsabile di rapimenti e omicidi in nome dell’anti imperialismo. L’organizzazione raccoglie denaro con estorsioni, rapimenti e vendita di sostanze stupefacenti in una misura stimata tra gli 80 e i 350 milioni di dollari all’anno.